“Dopo aver risolto la questione sanita’ ed aver evitato il rischio di default per il settore dei rifiuti ora dobbiamo pensare all’acqua. Perche’ in Abruzzo tutti i servizi pubblici erano vicini al collasso, mentre nelle Marche o in Emilia funzionano?”.
Queste le parole del presidente della Regione, Gianni Chiodi, al Festival dell’acqua in corso a L’Aquila, in un dibattito sul futuro dei servizi idrici. “Me lo sono chiesto: cosa hanno in comune questi servizi? Che sono gestiti dal pubblico? Non e’ cosi’, perche’ ci sono aziende pubbliche come la Gran Sasso Acqua, che funzionano. La realta’ e che abbiamo avuto un sistema politico e amministrativo in Abruzzo che ha utilizzato i servizi pubblici locali per massimizzare risultati nel consenso elettorale. Nella sanita’ e nei rifiuti avevamo numeri da spavento. Vogliamo passare come la regione dei parchi e dell’ambiente quando abbiamo il piu’ basso tasso di depurazione delle acque reflue d’Europa”.
La Regione ha da poco approvato la legge che riorganizza il servizio idrico integrato, con l’istituzione di un unico Ambito regionale (Ente regionale per il Servizio Idrico, Ersi), in sostituzione delle 6 precedenti Autorita’ d’Ambito. I soggetti affidatari del servizio – gestori idrici totalmente pubblici – sono afflitti da situazioni debitorie gravi, anche per gli alti tassi di morosita’ dell’utenza privata e pubblica. Sul rischio di fallimento delle aziende e di commissariamento degli enti locali, il presidente della Regione ribadisce: “se potessi commissariare le aziende dei servizi pubblici lo farei, come abbiamo fatto per la sanita’, dove abbiamo chiuso sei ospedali.
Il problema e’ che a volte pagano in termini di consenso, quelli che hanno ricevuto il cerino acceso e non quelli che hanno creato il danno. Dobbiamo tutti fare un ‘mea culpa’ – ribadisce Chiodi – assumiamoci la responsabilita’ di dire che in passato ci sono stati comportamenti che non potremo mai piu’ permetterci. I privati entreranno se il pubblico dimostrera’ di non saper gestire, quindi la responsabilita’ e’ prima di tutto delle aziende che hanno ora il compito di rimettere in linea le gestioni. Qui la regione Abruzzo non c’entra niente, non possiamo certo pensare che possa entrare a compensazione di situazioni debitorie”.
Agi