Alla fine Davide l’ha spuntata su Golia. La Regione Abruzzo ha comunicato al Comune di Furci la conclusione e la seguente archiviazione del procedimento istruttorio per la richiesta dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’impianto di trattamento con annessa discarica di rifiuti speciali che la ditta Vallecena srl. aveva intenzione di realizzare in località “Cicella”, al confine con Cupello.
Il Genio Civile a inizio 2014 aveva chiesto alla società alcuni atti integrativi (lo stralcio del piano regolatore di Furci per la verifica della compatibilità urbanistica), mai arrivati. Altre lacune, poi, sono state evidenziate dall’Arta il 16 agosto 2014 che a causa della “carenza di numerose informazioni tecniche progettuali inerenti l’impianto” non ha potuto esprimere la valutazione necessaria (la società proponente intanto già nel luglio 2014 era stata sollecitata alla trasmissione dei documenti).
A metà settembre scorso, quindi, la Regione ha comunicato alla società e agli enti interessati la chiusura della pratica. Il progetto che aveva raccolto il parere contrario dei sindaci di tutto il Vastese [l’articolo] non vedrà la luce.
L’impianto (di una capienza di 150mila metri cubi, mentre nella prima versione era di 250mila), se realizzato, sarebbe stato in grado di accogliere rifiuti industriali (260 categorie Cer) senza limiti territoriali di provenienza da inertizzare con l’interramento e l’uso di cemento e altri materiali. A presentarla la società Vallecena srl amministrata per il 50% da Paolo Primavera, ex presidente Confindustria Chieti e imprenditore edile di Guardiagrele e per l’altro 50% da Gianni Petroro, di Vasto, operante nel settore rifiuti.
10 ANNI DI MOBILITAZIONE – Il progetto fu presentato in Regione nel dicembre 2005, a ridosso delle festività natalizie. Passato inizialmente in sordina, la vicenda venne alla luce grazie ad alcuni ragazzi poco più che ventenni (tra i quali Angelo Marchione, attuale sindaco) autori di un giornalino locale, Leggo Furci, che nel gennaio 2006 – in un’edizione straordinaria – riportò la notizia.
In pochi giorni furono coinvolte le realtà del paese, si raccolsero circa 1.000 firme contro il progetto e – soprattutto – si misero nero su bianco le osservazioni da presentare in Regione. La corsa contro il tempo diede i suoi frutti: il progetto subì un primo stop a causa delle criticità rilevate dalle osservazioni dei cittadini. La società chiese la sospensione dell’iter per apportare le modifiche necessarie.
Nel frattempo la vicenda assunse contorni giudiziari. In seguito a una lettera recapitata in Regione, la Valle Cena srl. querelò per diffamazione i “capi” della protesta chiedendo a ognuno di loro il risarcimento di 1 milione di euro; dopo due anni, vennero tutti assolti, mentre l’autore della lettera se la cavò con un’ammenda minima. Chi fu coinvolto nella vicenda oggi assicura che furono giorni duri durante i quali “si faceva fatica anche a prendere sonno”.
Un altro momento di tensione si registrò nel 2008, quando in paese era in programma il passaggio del Giro d’Italia. Contro il parere dell’amministrazione dell’epoca, si pensò all’esposizione di cartelli contro il progetto per avere una maggiore risonanza mediatica. Tra i promotori dell’iniziativa ci fu chi ricevette la visita dei carabinieri a casa; la Digos per due giorni fu presente in paese per il timore di una protesta eclatante.
GLI ULTIMI ANNI – Il progetto tornò in auge, modificato, nel 2008. Quattro anni dopo il comitato Via diede il suo parere favorevole, con prescrizioni. È stata così tra le prime pratiche sulla scrivania di Marchione neo primo cittadino di Furci. Deciso a portare avanti la battaglia, in questi anni ha coinvolto tutto il territorio invitandone i sindaci a firmare un documento di contrarietà, fino alla recente archiviazione. Oltre alle associazioni ambientaliste regionali e del territorio nel recente passato hanno abbracciato la protesta anche il Movimento 5 Stelle, San Salvo Adesso e Sel di San Salvo.
La Vallecena srl., appresa l’archiviazione, ha evidenziato ritardi nelle comunicazioni dell’Arta e ha confermato di essere “fortemente interessata” a completare il progetto. Se vorrà farlo, però, dovrà ricominciare da zero l’iter, ripresentando la documentazione per una nuova Valutazione d’Impatto Ambientale; questa volta, però, tutto fa pensare che il territorio non si farà trovare impreparato.
Il sindaco Angelo Marchione oggi non nasconde l’entusiasmo per una decisione attesa tempo: “Dopo dieci anni otteniamo il risultato sperato: l’archiviazione del progetto infatti annulla anche il parere favorevole del Comitato VIA e costituisce dunque il massimo obiettivo che potevamo raggiungere. Si è giunti a tale provvedimento dopo che nel 2014 l’ARTA Abruzzo, a conclusione di un esame meticoloso del progetto, lo aveva giudicato gravemente carente con una lunga serie di dettagliate osservazioni. Mi sento di ringraziare oggi tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla causa, opponendosi alla realizzazione dell’impianto” [il commento integrale del sindaco].
Anche l’arch. Pina Colamarino, tra i “capi” della protesta, oggi esprime soddisfazione: “Il tempo e i fatti ci hanno dato ragione, la discarica non doveva e non poteva essere realizzata, lo sapevamo da allora. Sono passati quasi 10 anni, stavo per partire dopo le vacanze di Natale e per caso, da fonti esterne al paese, ho saputo del progetto proposto un mese prima e di cui nessuno sapeva niente. Grazie a leggofurci che scrivevamo io, Angelo Marchione e Valeria Argentieri, abbiamo divulgato la notizia in una mattinata, abbiamo fatto pressione all’allora amministrazione (ed è stata la cosa più difficile) oltre a tutto il paese, abbiamo coinvolto tutte le associazioni ambientaliste locali e regionali. Con la discarica di Furci ho partecipato alla fondazione di emergenza Ambiente Abruzzo che dal 2006 ha collezionato molte altre battaglie e vittorie in campo ambientalista in tutta la regione. Abbiamo subìto un ingiusto processo penale durato 2 anni per farci tirare indietro nella battaglia. Ma noi siamo andati avanti, abbiamo messo i bastoni tra le ruote”.
L’archiviazione, oggi, premia il coraggio e la tenacia della “bella gioventù furcese”.