Montalfano in fermento per la puzza che attanaglia la contrada. Ieri sera un nutrito gruppo di residenti ha deciso di chiedere spiegazioni direttamente alla Stogit (proprietaria dell’impianto di stoccaggio che fa capo al gruppo Snam) e si è riversato davanti ai cancelli di ingresso allertando anche le forze dell’ordine.
LA CRONACA DELLA SERATA – Un cattivo odore particolarmente forte quello che ieri sera ha coinvolto la frazione cupellese. A primo impatto, l’associazione immediata è con gli idrocarburi. Il pensiero è andato quindi subito a quegli impianti presenti dagli anni ’60 nel territorio di Montalfano.
Alcuni cittadini hanno così contattato il numero verde della Stogit; la direzione centrale nel Nord Italia ha inviato sul posto una squadra di dipendenti reperibili. Nel frattempo, è partito il passaparola e decine di cittadini si sono dati appuntamento davanti ai cancelli. “Abbiamo figli piccoli a casa – diranno alle forze dell’ordine – che stanno vomitando“.
Sul posto anche i rappresentanti del comitato “difendiAmo Montalfano”. Si cerca di parlare con i tecnici al lavoro all’interno degli uffici, ma questi dicono che usciranno solo con le forze dell’ordine presenti che vengono così contattate. Sul posto arrivano i carabinieri forestali di Vasto che hanno allertato anche i vigili del fuoco. I forestali entrano nell’impianto; poco dopo arrivano anche i carabinieri di Cupello che raggiungono i colleghi già all’interno dopo aver identificato alcuni rappresentanti del comitato.
La puzza non diminuisce, nonostante la pioggia arrivano altri cittadini preoccupati dall’aria irrespirabile. Le zone più colpite sono quelle in direzione del fiume Treste, ma il cattivo odore si avverte anche in contrada Ributtini e in alcune zone confinanti di San Salvo.
Sul posto arrivano anche i pompieri di Vasto che, guidati da uno degli operai, perlustrano l’interno dell’impianto principale. La puzza all’improvviso sparisce. L’attesa dei cittadini all’esterno si fa estenuante, così i rappresentanti del comitato chiedono di entrare, ma il permesso viene negato e dall’altra parte del citofono qualcuno chiede “Ma perché, puzza ancora?”. Una domanda, questa, che induce i presenti a pensare che in qualche modo si sia intervenuti.
Dopo circa un’ora dal loro arrivo, forestali, carabinieri, vigili del fuoco e dipendenti escono. I residenti li invitano a controllare un pozzetto di raccolta dell’acqua al di sotto dell’impianto di compressione, “È lì che la puzza è più forte”. Nei giorni scorsi in quello stesso punto sono stati raccolti campioni d’acqua maleodorante.
Le forze dell’ordine presenti spiegano che durante l’incontro all’interno è emerso che il problema potrebbe essere in alcune vecchie centraline difettose per le quali la società ha già programmato la rimozione. Si torna così davanti ai cancelli, i presenti non sono soddisfatti, vogliono sapere cosa provoca quella puzza, chiedono l’intervento del responsabile di polo, invano. Lo stesso pare abbia fatto sapere di essere disponibile solo stamattina.
Prima di andare via (poco prima di mezzanotte), i cittadini si rivolgono accoratamente alle forze dell’ordine: “Ci siete rimasti solo voi, qui non ci ascolta nessuno. Se anche voi non ci ascoltate a chi ci dobbiamo rivolgere?”.
INTERROGATIVI NON RISOLTI – Il problema è presente da qualche settimana. Una situazione simile si visse a metà gennaio; in quell’occasione il sindaco Manuele Marcovecchio annunciò controlli dell’Arta poi non avvenuti [LEGGI]. Pare che subito dopo ci sia stata un’autodenuncia da parte della società per un malfunzionamento.
L’assenza di dialogo tra cittadini e società non sta rassenerando gli animi. Un primo passo sarebbe avere le risposte alle seguenti, elementari, domande: “Perché puzza?”, “Cos’è questa puzza?”.
Se non arriveranno neanche stamattina, il clima dei prossimi giorni non sarà dei migliori.