“L’odierna operazione Design, per la prima volta, evidenzia la costituzione e il radicamento in territorio abruzzese, sinora ritenuto indenne, di un’organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetista“.
Sono le parole dei Carabinieri del Nucleo Investigativo Provinciale di Chieti a margine del blitz all’alba di oggi a Francavilla al Mare che ha fatto scattare le manette per 19 persone in tutta la provincia. Da quanto ricostruito dai militari si apprende che le indagini hanno portato alla luce una consolidata organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetista legata a doppio filo per parentela diretta e indiretta “con le piu? note famiglie ‘ndranghetiste della cd. Locale di Africo”.
Le indagini (coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila) sono andate avanti per due anni sotto il più stretto riserbo. Numerosi i reati contestati: associazione per delinquere di stampo mafioso, con l’aggravante di essere associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsione, usura, incendio di esercizio pubblico e di autovettura e intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di essersi avvalsi dei metodi mafiosi.
A capo della cellula abruzzese secondo i carabinieri ci sarebbe Simone Cuppari, 36enne di origini calabresi e da tempo residente sulla costa chietina. Ingenti i sequesti di beni e sostanze stupefacenti.
Per ora le forze dell’ordine non hanno rivelato le generalità e le provenienze degli altri arrestati. In questi minuti è in corso a Chieti una conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione.
Il 2 settembre 2016 ci furono gli arresti dell’operazione “Isola Felice” [LEGGI] che per la prima volta portarono in Abruzzo la parola “‘ndrangheta” legata a un’associazione (capeggiata da Ferrazzo) con base tra Vasto, San Salvo e Termoli. Quella di oggi – come evidenziato dalla stessa Dda di L’Aquila – invece per la prima volta conferma il radicamento di un clan nel territorio regionale.
LA RICOSTRUZIONE DEI CARABINIERI – Si chiama “DESIGN”, l’operazione antimafia diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo Provinciale di Chieti, culminata alle prime luci dell’alba di oggi, 21 febbraio, con l’esecuzione di ben 28 ordinanze applicative di misure cautelari di cui 10 in carcere, 9 agli arresti domiciliari e 9 non detentive / interdittive, emesse nei giorni scorsi dal G.I.P. presso il Tribunale di L’Aquila, Dott. Giuseppe Romano Gargarella che, concordando con le risultanze investigative, ha accolto la richiesta avanzata dal P.M., Dr.sa Antonietta Picardi.
Le indagini certosine eseguite nell’arco temporale 2014-2016 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Chieti, hanno consentito di portare alla luce, per la prima volta sin dalla fase investigativa, una consorteria criminale costituita, organizzata e consolidata sul territorio abruzzese, con le connotazioni tipiche della criminalita? organizzata calabrese riconducibile alla “‘ndrangheta”, i cui promotori e sodali principali provengono dall’area calabrese e sono strettamente collegati, per parentela diretta o indiretta e per fitte reti di scambio criminale, con le piu? note famiglie ‘ndranghetiste della cd. “Locale di Africo”.
Tra i reati contestati a vario titolo agli indagati, ci sono i delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso, con l’aggravante di essere associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsione, usura, incendio di esercizio pubblico e di autovettura e intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di essersi avvalsi dei metodi mafiosi. Le investigazioni, condotte per oltre due anni nel piu? stretto riserbo, hanno consentito di evidenziare come la “cellula” ‘ndranghetista abruzzese, con a capo Cuppari Simone, 36enne di origini calabresi e da tempo residente sulla costa chietina, avesse consolidato un efficiente e proficuo canale di approvvigionamento di ingenti quantita? di stupefacenti (prevalentemente cocaina) da un analogo gruppo di affiliati alla ‘ndrangheta, stanziati in Lombardia, a loro volta riconducibili, per vincoli di sangue o parentela acquisita, alle famigerate famiglie della “Locale di Plati?”, dai quali approvvigionavano carichi di cocaina con cadenza periodica.
La sostanza veniva quindi distribuita nel mercato abruzzese, prevalentemente nelle province di Chieti e Pescara, dai sodali ai vari livelli discendenti e da elementi della malavita acquisiti illecitamente, in attivita? imprenditoriali e commerciali, nonche? la capacita? di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale, anche, e paradossalmente, attraverso il consenso acquisito, costituendo per taluni personaggi locali fonte di lavoro e di sostentamento.
All’alba di oggi, quindi, sono scattate le manette per 15 persone, di cui 6 sono state raggiunte dal provvedimento cautelare in carcere, 9 agli arresti domiciliari. 4 indagati sono ancora attivamente ricercati. Altre 9 persone sono state raggiunte da provvedimenti di obbligo di dimora o di interdizione ad esercitare attivita? imprenditoriali o rivestire cariche societarie. Altre 8 infine, sono le persone indagate in stato di liberta?.
I Carabinieri hanno anche a eseguito anche il sequestro preventivo di societa?, veicoli, motoveicoli, attivita? commerciali e quote societarie di un complesso turistico in Calabria, per un valore complessivo stimato in 10 milioni di euro. Nel corso dell’operazione odierna e? stata anche sequestrrata soistanza stupefacente del tipo marijuana per circa 10 Kg.
Gli inquirenti segnano, con l’operazione di oggi, un ennesimo successo nella lotta ai tentativi, da parte delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, di infiltrarsi e permeare il tessuto socio – economico abruzzese. Dopo l’indagine “ADRIATICO”, infatti, che aveva evidenziato, seppure in fase processuale, l’esistenza nel Vastese di un’organizzazione riconducibile alla camorra, l’odierna operazione “DESIGN”, per la prima volta, evidenzia la costituzione ed il radicamento in territorio abruzzese, sinora ritenuto indenne, di un’organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetista.