“Le lavoratrici e i lavoratori Cobas e di altri sindacati di base, hanno deciso di scendere in sciopero il 10 novembre 2017- sciopero generale di tutte le categorie – stante il proseguimento di politiche governativo-padronali ritorsive nei confronti dei salari, della salute, delle pensioni, dei diritti e della dignità dei meno abbienti”. Lo affermano in una nota i Cobas lavoro privato e la Confederazione Cobas, annunciando, per l’Abruzzo, la manifestazione in programma a Pescara alle 10, in piazza Italia.
“I sacrifici li continuano a fare sempre i soliti: la precarietà del lavoro e dell’esistenza è la condanna presente e futura, la perdita di diritti e dignità sono l’ulteriore pena da ingoiare.
Di lavoro si continua a morire. Le vittime sono in aumento sul 2016 (+ 2%) che mantengono il tragico primato medio/annuo di oltre 3 morti al giorno, con 1 milione di denunce e migliaia tra invalidi e malattie professionali.
E in ballo ci sono ulteriori 200.000 posti di lavoro a rischio : Ilva, Alitalia, AciInformatica, Sky, Honewell, Perugina, Colussi, FCA,….
Mentre le stime padronali al 2025, con l’introduzione spinta della robotica e del digitale(Industria.4) parlano di disoccupazione di massa, con 3,2 milioni di posti di lavoro in meno e senza ammortizzatori sociali.
La disoccupazione giovanile è al 50%(solo 1 occupato su 10 a meno di 30 anni), da quì la fuga all’estero ” a gennaio 2017 ben 4.973.942, erano 3ML nel 2006″( più della metà dalle regioni del Sud, spopolate e spogliate).
Le donne inoccupate sono il 48%: permane l’ineguaglianza di trattamento salariale e di ruolo con l’uomo, ma il governo dispone l’identica andata in pensione a 67 anni, nonostante il lavoro familiare e di cura.
I drogati numeri Istat sulle assunzioni, non possono nascondere che queste per l’80% sono a “tempo determinato”. Con il boom di lavori servili “a chiamata”(+ 130%) e ” a somministrazione”(+ 20%), mentre nonostante il Jobs Act, rimangono al palo quelli” a tempo indeterminato”, a causa dei mancati sgravi contributivi delle aziende, una bazzecola regalia di 18 miliardi costati a noi tutti e alle casse dell’Inps”.