“I politici si ricordano di noi solo quando ci sono le emergenze”, attacca Giuseppe Giampaglione, segretario provinciale del Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco. Anche i caschi rossi del Comando provinciale di Chieti e dei Distaccamenti di Vasto, Lanciano, Ortona e Casoli aderiranno domani, sabato 9 dicembre, allo sciopero nazionale di quattro ore, dalle 9 alle 13.
Organico ridotto all’osso, stipendi e pensioni più bassi di quelli delle forze di polizia “rispetto ai quali – sottolinea il Conapo – percepiscono 300 euro in meno ogni mese e sono penalizzati anche dal punto di vista previdenziale”: questi i moviti alla base della protesta.
“I vigili del fuoco di Chieti, insieme ai colleghi di tutta Italia, invieranno al Governo il forte segnale del loro malessere: chiedono attenzione politica immediata nella legge di bilancio in discussione in questi giorni in Parlamento con stanziamenti di risorse finanziarie specificatamente dedicate ai vigili del fuoco per equiparare il loro trattamento retributivo e pensionistico con quello degli altri Corpi dello Stato, ma anche più attenzione al personale in divisa per quanto riguarda il contratto di lavoro e il riordino delle carriere, perché bisogna differenziare chi indossa una divisa e chi fa l’impiegato pubblico.
Rischiamo la vita come e più degli appartenenti agli altri Corpi dello Stato e siamo impiegati nei servizi di pronto intervento dal giorno dell’assunzione sino al giorno della pensione, un servizio operativo che non ha eguali nello Stato, eppure – polemizza Giampaglione ? siamo il Corpo più bistrattato dallo Stato, nonostante mettiamo costantemente a disposizione, come e più degli altri Corpi, la nostra vita per la sicurezza dei cittadini”.
Organico insufficiente – “Mancano in Italia circa 3 mila vigili del fuoco dei 32 mila previsti. Il piano di assunzioni straordinarie inserito dal governo nella legge di bilancio ne recupera 1300 nei prossimi 5 anni, è una bella inversione di tendenza rispetto ai tagli del passato, ma ha la grave criticità di rimandare il grosso delle assunzioni troppo al futuro, infatti prevede solo 50 assunzioni aggiuntive al turnover per il 2018 in tutta Italia, troppo poche per pensare di far fronte adeguatamente alle nuove emergenze dovute ai cambiamenti climatici, ai ripetuti terremoti, alle alluvioni, ma anche agli incendi, specie dopo la soppressione del Corpo Forestale dello Stato. Anche in Abruzzo la situazione non è da meno, a Chieti la sede centrale è sottorganico e addirittura i distaccamenti di Vasto e di Lanciano, potenziati ad una categoria superiore secondo l’ultimo riordino delle competenze e dell’organizzazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, restano di fatto con il personale ante riordino.
Stipendi, pensioni e attrezzature – “I politici si ricordano di noi solo durante le emergenze per sfruttare la nostra popolarità ma ci dimenticano sistematicamente quando chiediamo di darci la stessa dignità retributiva e pensionistica degli altri corpi, siamo a fine legislatura, qualche piccola attenzione c’è stata, ma continuiamo ad essere trattati come un corpo di serie B e nella legge di bilancio non ci sono misure adeguate a risolvere questa situazione. Con lo sciopero nazionale i pompieri del Conapo chiamano in causa direttamente il premier Gentiloni e i ministri Padoan, Minniti e Madia, ma anche a tutti i politici di maggioranza e opposizione perché i vigili del fuoco e la sicurezza sono di tutti e necessitano di impegno bipartisan”.
Ci sono stati tagli economici in tutta la pubblica amministrazione e dunque anche nei vigili del fuoco che invece sarebbero dovuti rimanere al passo dei tempi con le innovazioni tecniche, l’investimento in mezzi e attrezzature; inoltre lo spostamento e accentramento dei centri di spesa presso le Direzioni regionali, oltre a togliere autonomia economica ai Comandi provinciali hanno dilatato i tempi di risposta sia per le necessità quotidiane che per la manutenzione dei mezzi di soccorso, delle attrezzature tecniche e delle stesse sedi di servizio”.
Durante le quattro ore di sciopero, verranno comunque garantiti i servizi pubblici essenziali, a cominciare dal soccorso alle persone.