Teramo svolta a sinistra. In controtendenza col dato nazionale, che vede il Pd e gli alleati crollare anche nelle regioni rosse, il voto nel più grande dei Comuni abruzzesi chiamati al voto in questa tornata elettorale decreta la vittoria di Gianguido D’Alberto.
Il quarantunenne leader della coalizione di centrosinistra diventa sindaco di Teramo, conquistando 12mila 205 voti, pari al 53,3%, e raddoppiando il numero di consensi del primo turno quando, con 6mila 492, aveva ottenuto il 21,13%, distanziato di circa 13 punti dal candidato del centrodestra, Giandonato Morra, che si era attestato al 34,62%.
Nel ballottaggio di ieri, l’affluenza è stata inferiore al 50%: quasi 23mila 500 votanti sui 47mila aventi diritto. Ai seggi è andato il 49,99% degli elettori.
Morra, che al primo turno di due settimane fa aveva incamerato 10mila 643 voti, in 15 giorni di campagna elettorale per il ballottaggio è riuscito a convicere solo 75 teramani in più, attestandosi al 46,7% del dato definitivo di un ballottaggio che ha visto precipitare la partecipazione popolare. Il Partito democratico – che sosteneva D’Alberto in coalizione con le civiche Teramo Vive, Teramo 3.0 e Insieme Possiamo – diventa il partito di maggioranza relativa.
[mic_dx]Accolto dai festeggiamenti dei suoi sostenitori D’Alberto si è poi spostato davanti al municipio, chiuso dopo il terremoto di due anni fa, “che – ha detto a caldo all’Ansa – eleggo a simbolo di dove bisogna ripartire per rilanciare questa città. Questa notte comincia una nuova stagione, la stagione del dialogo e della ricostruzione”.
Sulla sconfitta del centrodestra hanno pesato le profonde lacerazioni interne e la caduta della Giunta guidata da Maurizio Brucchi.