Vent’anni. Ridotta di dieci anni la pena a Fabio Di Lello.
E’ il verdetto della Corte d’assise d’appello dell’Aquila al termine del processo di secondo grado sull’omicidio di Vasto.
L’ultima udienza è iniziata attorno alle 9,40 ed è durata circa un’ora. Accusa e difesa hanno replicato reciprocamente alla requisitoria del procuratore generale, Pietro Mennini, e alle arringhe della parte civile (avvocati Del Re e Ranaldi) e degli avvocati difensori Milia e Andreoni.
Dopo due ore di camera di consiglio, il collegio giudicante, composto da due magistrati e sei giudici popolari, è tornato in aula, dove il presidente, Luigi Antonio Catelli, ha letto il dispositivo della sentenza poco dopo le 13 di oggi.
In primo grado, la Corte d’assise di Lanciano aveva condannato l’ex calciatore a trent’anni di reclusione per aver ucciso, il 1° febbraio 2017, Italo d’Elisa, il 21enne che, sette mesi prima, il 1° luglio, aveva causato, in un incidente stradale avvenuto all’incrocio tra corso Mazzini e via Giulio Cesare, la morte della moglie di Di Lello, Roberta Smargiassi, 34 anni.
Il processo d’appello si è ora concluso con una riduzione di un terzo della pena comminata dai giudici di primo grado.
La difesa: “Venuta meno l’aggravante” – Il primo commento è quello della difesa del trentacinquenne di Vasto: “La Corte ha eliminato l’aggravante della minorata difesa. Leggeremo le motivazioni della sentenza. Non c’è da essere soddisfatti, perché è una vicenda che ha profondamente segnato tre famiglie. Stiamo andando da Fabio per comunicargli il verdetto”, dice l’avvocato Pierpaolo Andreoni che, con il suo collega Giuliano Milia, rappresenta Di Lello. “Non c’è soddisfazione in una sentenza pur sempre di omicidio – precisano i legali – ma siamo felici per la comprensione della Corte, che ha capito il dramma psicologico e umano di Di Lello anche rafforzato dalla perizia psichiatrica sul giovane”.
La parte civile: “Famiglia d’Elisa ferita” – “Lo Stato lo ha ucciso un’altra volta, invece di stare vicino alle persone che vi si affidano per essere protette dalla giustizia”: cosi l’Ansa riferisce le parole pronunciate dopo la sentenza da Diana, la mamma di Italo d’Elisa.
L’avvocato Pompeo Del Re che, insieme al professor Gianrico Ranaldi, rappresenta i familiari di Italo d’Elisa, definisce l’esito del processo “un fulmine a ciel sereno”, dice a Zonalocale. “Questa sentenza è un duro colpo per la famiglia d’Elisa, ferita da questo verdetto. Attendiamo le motivazioni, che verranno depositate a fine settembre, e la volontà della Procura generale in ordine a un eventuale ricorso per Cassazione”. I familiari diramano anche un breve comunicato stampa: “La famiglia di Italo d’Elisa è rimasta sorpresa e sconcertata all’esito della lettura del dispositivo della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila che contraddice dati univoci emersi nel corso del processo sia di primo che secondo grado e comunque attende di conoscere le motivazioni della sentenza stessa per ogni determinazione a riguardo”.