Che il meglio dell’informazione abruzzese debba chiudere è la peggiore notizia che potessimo ricevere e darvi. Oggi, per noi come per tutto il mondo del giornalismo regionale, il risveglio è stato angosciante: PrimaDaNoi.it, il giornale online indipendente nato nel 2005 e divenuto punto di riferimento dell’informazione libera, “si spegne”, perché “ora non siamo più in grado di fronteggiare tutti i rovesci ed i guasti di un Paese degradato”, “poiché spesso siamo diventati noi il nemico di troppi e il bersaglio da colpire” e ora è “molto probabile che tra un paio di mesi anche il sito, con i suoi 500mila articoli di cronaca e inchieste abruzzesi, svanirà nel cimitero digitale e non vi sarà più alcuna traccia di quello che è stato”, scrive il direttore, Alessandro Biancardi, nell’editoriale intitolato “Così muore un giornale” [LEGGI].
Per 13 anni, PrimaDaNoi ha rappresentato quel “meglio” con coraggio e passione, scovando, come nessuno aveva mai fatto nella storia recente del giornalismo regionale, le magagne del potere e le opacità dietro cui queste vengono nascoste.
La crisi del settore è iniziata ben prima dell’autunno del 2008 quando, ormai dieci anni fa, il disastro economico ha cambiato il mondo. Una decadenza acuita dai social network e dall’imperversare del loro flusso ininterrotto di immagini ed esternazioni personali non verificate, troppo spesso scambiate per notizie. Un fiume di dati che ha sminuito il valore del giornalismo, declassando il lavoro di coloro che hanno il compito di “depurare le informazioni dal falso e dal superfluo e di raccontare i fatti con obiettività”, per dirla con le parole del compianto David Carr, editorialista del New York Times.
In un clima generale di costante rovesciamento della realtà, si trovano a operare, con sempre maggiori difficoltà, i lavoratori dell’informazione, costretti a resistere giorno per giorno a pressioni, azioni di discredito, arroganza e minacce di azioni legali temerarie.
Tutto questo succede nel totale e deliberato immobilismo dei rappresentanti delle istituzioni. Il silenzio della politica, a distanza di diverse ore dall’articolo con cui Biancardi annuncia la fine di uno dei fiori all’occhiello dell’informazione abruzzese, non è solo assordante. E’ la conferma di una mutata strategia. Nel corso degli anni, il progetto di assoggettare l’informazione a questo o quel disegno politico, approfittando della quasi totale assenza nel nostro Paese di editori cosiddetti puri (ossia imprenditori che non hanno interessi in altri settori economici), ha lasciato il posto al tentativo di annientare le testate giornalistiche, dileggiandole, screditandole e isolandole in modo da minare le fonti di sostentamento pubblicitario.
Noi, insieme a Studioware editore, abbiamo scelto la strada dell’equidistanza dai contendenti dell’agone politico e dell’indipendenza dalla politica. Andiamo avanti su questo percorso irto di ostacoli.
Ad Alessandro Biancardi e ai colleghi di PrimaDaNoi diciamo di non mollare. Di non darla vinta a coloro che, in questo momento, è facile immaginare soddisfatti nel credere di essere riusciti a tacitare una voce libera.
Sga e Odg Abruzzo: “PrimaDaNoi non deve chiudere”- Il presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, e il segretario del Sindacato giornalisti abruzzesi, Ezio Cerasi, firmano un comunicato congiundo: “Primadanoi non può e non deve chiudere, sarebbe una sconfitta per la democrazia e per l’intero sistema dell’informazione abruzzese. Non può chiudere perché non possono morire la libera informazione e il giornalismo d’inchiesta, punti di forza di uno dei primissimi siti di informazione on line, nato in Abruzzo 13 anni fa, e di altre realtà editoriali della regione. I giornalisti tutti sono vicini e solidali con i colleghi e con il direttore, Alessandro Biancardi.
Non possiamo più essere spettatori silenti: una società che vuole essere autenticamente democratica ha bisogno di una stampa libera e indipendente e la chiusura dell’ennesima testata giornalistica, mina alle basi il diritto di ogni cittadino ad essere informato. E’ tempo che le istituzioni facciano la loro parte: l’Abruzzo è forse l’unica regione italiana, a non avere una legge a sostegno dell’editoria locale. Legge promessa e rimasta bloccata per anni nei cassetti degli uffici e nelle commissioni.
Ma la chiusura di PrimaDaNoi ci racconta anche l’ennesima storia di attacchi alla professione giornalistica, che passa attraverso le citazioni e le querele temerarie, minacce e ritorsioni da parte di chi di libertà di stampa non vuole sentire parlare. Per questo il Sindacato e l’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, sostenuti dalla Fnsi, annunciano una mobilitazione che coinvolgerà anche quei rappresentanti delle istituzioni che ancora credono nella democrazia e nella libertà di stampa, altri sindacati e la società civile, “per rilanciare i temi della libera informazione e della sostenibilità economica delle testate giornalistiche. Sindacato e Ordine si impegnano e si impegneranno con maggiore forza per aprire, sul nostro territorio, una grande vertenza informazione, un confronto su tutti i problemi che non sono solo della categoria, ma dell’intera collettività regionale. I colleghi di PrimaDaNoi non sono soli”.
La solidarietà del cdr di Rai 3 Abruzzo – “Il Comitato di Redazione della TgR Abruzzo esprime solidarietà e preoccupazione per l’annunciata chiusura del quotidiano online PrimaDaNoi. Un Sito di informazione che negli anni si è distinto per le inchieste realizzate, la tempestività nel riportare notizie e l’autonomia da politica e poteri forti. Ci auguriamo possa esserci una soluzione diversa e positiva alla vicenda, onde evitare un ulteriore impoverimento del patrimonio informativo regionale”.