È stato aggiornato al 22 gennaio 2019 il maxi-processo sulla ‘ndrangheta nel Vastese chiamato Isola felice. Ieri mattina, la corte ha esaminato tutte le questioni preliminari sollevate dalle difese e fissato al prossimo gennaio l’inizio del dibattimento quando saranno presentate le richieste istruttorie del pubblico ministero e delle parti. Numerosi gli avvocati del Vastese impegnati nelle difese, tra loro Pierpaolo Andreoni, Alessandro Orlando, Fiorenzo Cieri, Massimiliano Baccalà, Elisa Pastorelli, Raffaele Giacomucci.
Il processo si celebra a Pescara, ma molti dei fatti contestati riguardano il Vastese e in particolar modo San Salvo. L’operazione che vede coinvolti più di un centinaio di imputati, partì all’alba del 2 settembre 2016, quando circa 200 carabinieri coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila arrestarono 25 persone tra Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia, Marche e Lazio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’ex boss Eugenio Ferrazzo (che durante la precedente udienza perse i sensi e non rispose ai magistrati) dell’omonimo clan di Mesoraca (Crotone) aveva rimesso in piedi in Abruzzo la cosca scegliendo come base operativa San Salvo, Termoli e Campomarino per traffico d’armi e racket.
[ant_dx]Nelle oltre 600 pagine del dossier della Dda, si leggono particolari inquietanti come quelli riguardanti le auto incendiate a Vasto come avvertimento per chi ritardava nella restituzione dei soldi provenienti da attività illecite (spaccio in primis).
Altro dettaglio interessante emerso è quello che vedrebbe il clan ‘ndranghetista dei Ferrazzo sostituirsi nel controllo del territorio a quello camorristico di Cozzolino sgominato dall’operazione Adriatico: una spartizione del Vastese coadiuvata dalla manovalanza locale [LEGGI].