Alla vigilia del voto del Parlamento europeo, si intensificano gli appelli di editori e giornalisti a favore della nuova direttiva sul copyright.
La sollecitazione, rivolta ai parlametari italiani, ha raccolto centinaia di firme tra editori e giornalisti radiotelevisivi, del web e della carta stampata. Anche Zonalocale si schiera a favore di questa battaglia, che ha raccolto consensi tra gli imprenditori e gli operatori dell’informazione di tutto il continente.
Se, come auspicato, venisse approvata, la riforma europea del copyright “consentirebbe a media e artisti di ricevere una parte dei ricavi online generati dalle loro opere. Fino ad ora, solo i giganti del web hanno prevalentemente beneficiato di tali ricavi”. È una questione “cruciale per la stampa, gli artisti, la democrazia e la cultura”. Un appello che punta a smascherare il fake nascosto dietro alla martellante campagna di questi mesi da parte di chi invoca la libertà del web sostenendo che una legge sul diritto d’autore costringerebbe gli utenti a pagare per accedere a Internet o per scambiare i file. Nella proposta di Direttiva Ue, “solo alle principali piattaforme di Internet con entrate ingenti sarà richiesto di pagare media, artisti e autori”.
A fronte di guadagni annui pari a decine di miliardi di dollari, le grandi piattaforme digitali avrebbero l’obbligo, stabilito dalla nuova normativa, di “pagare qualche centinaio di milioni ai creatori di contenuti” il che, sottolineano i firmatari dell’appello, “non firmerebbe la loro condanna a morte, cosi come il pagamento di un importo minimo di tasse in Europa”.
La paventata censura, in realtà, non esiste: “Se gli articoli o le canzoni dovessero scomparire dal web, dipenderebbe solamente da una scelta delle principali piattaforme”.
“Dobbiamo essere protetti dalla disinformazione, dalla manipolazione dell’opinione pubblica, dalla propaganda di Stato e dalle lobby finanziarie. Sì, c’è bisogno di una democrazia vivace. Ma per questo – è l’appello alle istituzioni Ue – abbiamo bisogno di giornalisti indipendenti che possano vivere del loro lavoro”.