L’intenzione è questa: ricucire i rapporti e cercare un accordo al rialzo. Scongiurare il taglio dei voli e, anzi, proporre nuove rotte utili a portare turisti in Abruzzo. La Regione rilancia, nella speranza di convincere Ryanair a non chiudere la base di Pescara, che priverebbe l’aeroporto d’Abruzzo di una fetta considerevevole di traffico passeggeri, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza dello scalo.
La tassa – L’11 febbraio il governatore, Luciano D’Alfonso, ha incontrato il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, che si sarebbe detto disponibile a rivedere l’aumento della tassa d’imbarco, stabilito da una legge del 2012 a carico delle compagnie aeree: il +40% destinato a finanziare il fondo di solidarietà dei piloti ex Alitalia ha scatenato la reazione della compagnia irlandese, il vettore low cost più importante sul mercato, che ha reagito annunciando la cancellazione di buona parte dei voli da e per Pescara, Crotone e Alghero.
Vertice con Ryanair – Il 15 marzo a Pescara arriverà l’amministratore delegato di Ryanair, David O’Brian, che ha accettato l’invito di D’Alfonso ad avviare una trattativa per scongiurare la soppressione della base. Sul tavolo della trattativa, la Regione metterà un investimento da circa 10 milioni di euro per migliorare comfort e sicurezza, ma soprattutto rilancerà, proponendo a Ryanair non solo di confermare le attuali tratte, ma anche di aprirne delle nuove, in grado di far crescere, soprattutto a fini turistici, la movimentazione di passeggeri, che nel 2015 si è attestata a quota 610mila, ponendo l’aeroporto Liberi al 25° posto tra i 39 scali di caratura nazionale, che è sempre meglio delle performance di altre città e aree geografiche limitrofe (Ancona, 26^ con 515mila passeggeri), o di altre più popolose, come Reggio Calabria, Rimini (dove, tra il fallimento nel 2014 della precedente società di gestione e l’avvio delle attività del nuovo gestore ad aprile 2015, le piste sono rimaste vuote per 5 mesi) e Parma. Da alcuni anni si discute sul fatto di chiudere le aerostazioni con meno di 500mila passeggeri annui.
Turismo – E’ in rosso il bilancio della Saga, la società gerente lo scalo pescarese. La Regione copre con 6 milioni di euro l’anno i buchi di bilancio. Perché l’aeroporto si salvi, è necessario aumentare il traffico. Lo si può fare, se il Liberi punta sui flussi turistici e se viene connesso con l’intero territorio regionale, attraverso una rete di trasporti degna di questo nome, con la quale i vacanzieri possano raggiungere – soprattutto in treno, ma anche in pullman – le località turistiche.
Il ruolo di Vasto – Un tentativo di portare turisti dal Nord Europa è naufragato anni fa, quando il volo Pescara-Oslo si rivelò un fiasco. L’apertura di quella rotta con la Scandinavia fu molto pubblicizzata a Vasto dove, però, l’arrivo dei primi tour operator non fu seguito da riscontri apprezzabili. E la cosa cadde nel dimenticatoio.
In queste settimane il turismo torna al centro del dibattito politico, come ad ogni campagna elettorale. Ma di sviluppo turistico, da 15 anni a questa parte, a Vasto si parla solo. Fatti concreti pochissimi. E’ il momento che tutti coloro che aspirano ad amministrare la città nel prossimo quinquennio indichino chiaramente la strada che vogliono seguire per fare in modo che la riviera diventi davvero attrattiva, al fine si competere finalmente ad armi pari sul mercato nazionale e anche su quello estero che, negli anni più bui della crisi, ha tenuto a galla altre località balneari della costa adriatica.