Illuminazione prima di tutto, poi telecamere intelligenti e postazioni di vigilianza fisse. È questa la ricetta – per ora – che dovrebbe essere adottata per aumentare la sicurezza nella zona industriale di San Salvo che nelle ultime settimane ha conosciuto una recrudescenza dei raid contro le aziende presenti. Dall’incontro tenutosi ieri nell’aula consiliare di San Salvo è inoltre uscito fuori un tavolo formato da amministratori e imprenditori che cercherà di portare avanti le soluzioni individuate e di trovarne altre.
PRESIDI DI SICUREZZA – È questa la sintesi dell’appuntamento convocato dal sindaco Tiziana Magnacca tenutosi ieri sera. “Insieme ad Atessa – ha esordito il primo cittadino – è questa la vera locomotiva produttiva dell’Abruzzo. Le forze dell’ordine sono ridotte all’osso, l’organico dei vigili urbani lo stesso e non possiamo prenderne altri. Per questo motivo chiederò formalmente al ministro Alfano di istituire dei presìdi sulle principali arterie di collegamento con le regioni più vicine”.
San Salvo – così come ha fatto Milano – chiederà l’invio di forze dell’ordine per garantire la sicurezza nella zona industriale. In attesa di una risposta dal ministero, la proposta più concreta pare essere quella di creare gli stessi posti fissi mettendo in rete le agenzie di security che già ora lavorano per le imprese della zona industriale “anche con un contributo del Comune“. Tali presìdi dovrebbero poi usufruire di un sistema telesorveglianza intelligente: “Telecamere in grado di riconoscere le targhe delle auto – ha spiegato il sindaco – e incrociarle immediatamente con le banche dati delle forze dell’ordine in modo di segnalare subito se si tratta di veicoli rubati”.
LA LUCE AL PRIMO POSTO – La sicurezza della zona industriale di San Salvo è legata a doppio filo all’illuminazione che per ora scarseggia in gran parte dell’area. È questa l’esigenza pressante posta sul tavolo dagli imprenditori. Lo ha sottolineato anche il rappresentante dell’azienda più grande presente, la Pilkington, Roberto Minenna, responsabile del personale: “Abbiamo circa 1 milione di metri quadri coperti per i quali abbiamo potenziato la sorveglianza, ma è necessaria un’iluminazione adeguata per tutta l’area. Abbiamo lottato per avere la torre faro funzionante davanti alla Bravo anche per garantire l’incolumità dei dipendenti”.
L’ARAP – Presente in aula anche Giuseppe Cellucci dell’Arap Servizi (società in house dell’Arap che ha preso il posto del Coniv). Come prevedivile, è stato subito bersagliato dalle rimostranze degli imprenditori che da tempo accusano l’ente di inoperatività nonostante il pagamento delle quote condominiali. L’ente che ha soppiantato il consorzio industriale dovrebbe occuparsi di depurazione, sfalcio dell’erba manutenzione stradale, illuminazione e assegnazione delle aree.
Cellucci ha riconosciuto i problemi assicurando un cambio di passo a breve: “Prima la manutenzione veniva affidata a ditte esterne che mettevano solo la pezza invece di adottare soluzioni definitive. Stiamo cercando di aggiudicarci dei fondi per un progetto pilota per un sistema di videosorveglianza intelligente nell’area industriale della val di Sangro e a San Salvo-Vasto. I tempi non saranno brevissimi, ma contiamo di riuscirci”.
Alla chiusura della seduta sembrano due, quindi, le azioni immediate: la nascita del tavolo permanente tra gli imprenditori e l’avvio di una raccolta firme per chiedere un potenziamento delle forze dell’ordine al prefetto proposta da Fabio Raspa che, oltre a essere consigliere, ha un’impresa nell’area visitata anch’essa più volte dai ladri.