Nella giornata di oggi è salito a 29 il bilancio delle vittime estratte dalle macerie dell’Hotel Rigopiano. Tra loro ci sono la 24enne vastese Jessica Tinari e il suo ragazzo Marco Tanda [LEGGI]. Delle 40 persone che erano presenti in hotel quando una valanga l’ha travolto sono riusciti a salvarsi solo in 11.
Le cause dei decessi -“Abbiamo i risultati delle prime sei autopsie”, riferisce il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini: “Molti morti per schiacciamento, altri per varie concause concorrenti: schiacciamento, asfissia, ipotermia. Nessuno, a quanto ci risulta, morto per solo assideramento. Altre sei autopsie sono in programma e, comunque, le eseguiremo su ogni vittima”.
Le vittime [ore 10] – Continua a restituire vittime l’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto mercoledì 18 gennaio da una valanga mentre, all’interno, c’erano 40 persone. Nelle ultime ore, è salito a 25 il numero delle vittime. Si continua ascavare senza sosta nella coltre di neve, detriti e macerie: i dispersi sono 4. Undici le persone salvate dai soccorritori.
Identificati i corpi di Roberto Del Rosso, amministratore del resort, Alessandro Riccetti, receptionist dell’albergo, Paola Tomassini, Stefano Feniello, Marco Vagnarelli e Piero Di Pietro.
L’applauso del Senato – “Dall’Aula del Senato credo debba venire forte e unanime un sentimento di cordoglio e di compassione per le vittime dell’Hotel Rigopiano dove si cercano i dispersi, per le 6 dell’elisoccorso di Campo Felice e per le 5 vittime del maltempo e del terremoto”. Sono state accolte dall’applauso dei senatori, tutti in piedi, queste parole del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
“Siamo orgogliosi – ha sottolineato il premier – dei nostri soccorritori, sono cittadini italiani esemplari: forte e unanime deve essere il sentimento di riconoscenza per le 11mila persone intervenute che si prodigano per salvare vite. Rimarranno impresse – ha aggiunto il premier – le immagini dei lutti ma anche quelle delle vite salvate, dello Stato che mobilita tutte le proprie energie e arriva in mezzo alla tormenta con sci e pelli di foca. Credo – ha proseguito – che sia stato messo in atto ogni sforzo possibile dal punto di vista umano, organizzativo, tecnico per cercare di salvare i dispersi”.
“Davanti alla concatenazione degli eventi in una crisi senza precedenti il dispiegamento delle forze, coordinate dalla Protezione Civile, è stato molto rilevante: dalle 4-5mila persone del 16-17 gennaio alle oltre 11 mila impegnate ieri e questo per raggiungere le frazioni isolate e soccorrere le persone in difficoltà con 3581 interventi di soccorso via terra e 32 elicotteri con oltre 300 missioni. A Rigopiano sono state dispiegate 200 persone il massimo possibile”.
Gentiloni ha ricordato che “a Rigopiano sono state dispiegate 200 persone, il massimo possibile. Nel momento di picco della crisi, il 19 gennaio, le utenze non allacciate hanno raggiunto il numero considerevole di 177mila, oggi ne sono rimaste solo alcune alcune centinaia nel teramano. E’ giusto a livello di Governo verificare in questa dinamica quanto abbiano inciso le circostanze eccezionali e quanto ciò abbia messo in luce problemi più generali di manutenzione. Se ci sono stati ritardi e responsabilità saranno le inchieste a chiarire. Il governo non teme la verità che serve a fare meglio e non ad avvelenare i pozzi. Io che condivido la ricerca della verità non condivido la voglia di capri espiatori e giustizieri anche perché la storia è lesta a trasformare i giustizieri in capri espiatori.
Le indagini – Saranno i magistrati titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini e il sostituto Andrea Papalia, a chiarire se le prime richieste di soccorso siano state sottovalutate, ma anche a ricostruire la dinamica dei fatti e a calutare eventuali responsabilità.
Per compiere questo complesso lavoro d’indagine, la Procura si avvale della collaborazione dei vigili del fuoco presenti sul posto. Saranno importanti i ricordi e le immagini registrate dai primi soccorritori: i vigili del fuoco dell’Usar di Firenze e Pisa sono stati, infatti, tra i primi a entrare in ciò che resta del resort. Del team fa parte anche il nucleo Tas, tipografia applicata al soccorso: “Il loro primo lavoro consiste proprio nel ricostruire gli spazi per aiutare i colleghi a muoversi all’interno degli stretti cunicoli per cercare superstiti ed eventuali vittime, ma anche predisporre carte e relazioni che poi saranno trasferite alla procura competente”, spiega all’Ansa l’ingegner Nicola Ciannelli, team leader della squadra Usar di Firenze e Pisa, rientrato ieri sera a Firenze con i 33 colleghi che per 5 giorni hanno lavorato senza sosta a Rigopiano.
“E’ chiaro che fin dal primo momento lavoriamo sapendo bene anche quanto servirà al pm e cosa ci chiederà”: dai telefonini ritrovati sotto le macerie “fino ai luoghi precisi in cui sono stati ritrovati i superstiti e i corpi di quanti non ce l’hanno fatta”, spiega Cianneli. Ogni tipo di valutazione sulla sicurezza dell’hotel nei giorni e nei mesi precedenti “non spetta a noi”. “I vigili del fuoco, in una tragedia come questa – prosegue Ciannelli ricordando che hanno anche compiti di polizia giudiziaria – devono piuttosto pensare a dove sono stati trovati vivi i bambini, alle posizioni dei due fidanzati Giorgia Galassi e Vincenzo Forti, a come hanno retto i muri di cemento e le altre strutture più o meno portanti. Tutte notizie importanti per capire cosa è successo”.