68 persone sanzionate per deterioramento degli habitat naturali tutelati a livello regionale, nazionale ed europeo delle Gole dell’Orta a Bolognano e del Torrente Cusano, tra i Comuni di Roccamorice ed Abbateggio (Pe).
È il bilancio domenicale dei militari del Reparto Parco della Majella di Guardiagrele e del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara.
“Alcune persone – spiegano le forze dell’ordine – transitavano in mezzo alle acque o, complici le alte temperature, facevano il bagno (talora anche con cani portati al seguito, oltretutto senza guinzaglio) nelle acque del Fiume Orta, nelle omonime Gole nei pressi della Cisterna di Bolognano, disturbando e deteriorando l’habitat di importanti specie di acqua dolce, in zona di Riserva Integrale del Parco Nazionale della Majella, tutelata anche dalla normativa sugli habitat dell’Unione Europea. Altre sanzioni sono state elevate nelle Gole del Torrente Cusano, al confine tra i comuni di Roccamorice e Abbateggio, sempre in provincia di Pescara, dai militari del Gruppo Carabinieri Forestali, in collaborazione con il Reparto Carabinieri Biodiversità di Pescara, ai sensi della Legge Regionale n. 50/1993 sulla tutela della fauna cosiddetta minore, che vieta ogni attività che possa provocare disturbo, distruzione o deterioramento degli ambienti di vita, di riproduzione o di frequentazione delle specie di acqua dolce, tra le quali il gambero e il granchio di fiume e moltissimi Anfibi, dei quali è nota la presenza negli ecosistemi acquatici del Fiume Orta e delle Gole di Cusano”.
DIVIETI NON SEGNALATI – La vicenda però ha destato più di qualche perplessità e i ricorsi sarebbero dietro l’angolo. “Ci siamo trovati i carabinieri forestali che ci fotografavano mentre stavamo attraversando il fiume Orta – racconta a zonalocale.it una delle turiste sanzionate – I cartelli presenti indicano solo il sentiero fino al fiume, ma non ci sono segnalazioni di divieto di farsi il bagno o di attraversamento. In paese c’è solo un cartello di divieto di accesso con cani. Eravamo un gruppo di amici, abbiamo attraversato il fiume, raggiunto le cisterne e siamo tornati indietro quando ci siamo imbattuti in questi due forestali che scattavano foto per poi chiederci documenti e generalità. Da loro abbiamo appreso di essere in un’area protetta. Il punto è che non è possibile distinguere il sentiero dall’area protetta, come facevamo a saperlo? Inoltre, si tratta di mete sponsorizzate da tante pagine turistiche abruzzesi che invitano a immergersi nelle cisterne senza però spiegare che farlo è vietato”.
Se da una parte, quindi, mancherebbero le giuste indicazioni dei divieti (la cui affissione spetterebbe all’Ente Parco), dall’altra le forze dell’ordine non esitano ad applicare le leggi. Il risultato è la valanga di sanzioni (da 300 euro l’una) pronta a essere contestata. L’esito della vicenda sembrerebbe scontato: alla fine molto probabilmente saranno ben in pochi a pagare la multa, mentre resta la situazione di ambiguità dovuta a una segnalazione dei divieti insufficiente.