Ora è una sentenza a stabilire la responsabilità dell’eccidio di Limmari: la Repubblica federale di Germania, in qualità di successore del Terzo Reich, è colpevole della strage in cui, a Pietransieri, frazione di Roccaraso, morirono 128 persone durante la Seconda Guerra Mondiale.
Settantaquattro anni dopo, la Germania ora dovrà risarcire 5 milioni di euro agli eredi delle vittime e un milione 600mila euro al Comune di Roccaraso. Lo stabilisce la sentenza depositata oggi dal giudice del Tribunale di Sulmona, Giovanna Bilò, che ha stabilito, nelle motivazioni del verdetto, che “la verità è che una simile strage fu resa possibile proprio dalla sistematica accondiscendenza, quando non dalla sollecitazione, da parte dei vertici dell’esercito tedesco di tali atti di assassinio, sterminio, deportazione e violazione della vita privata ai danni della popolazione civile e con il dichiarato fine di contrastare qualsivoglia pericolo alla supremazia tedesca”.
L’eccidio di Pietransieri fu perpetrato dalle truppe naziste il 21 novembre 1943 nel bosco dei Limmari, che si trova a Pietransieri, una frazione di Roccaraso.
La zona si trovava lungo la linea Gustav, su cui l’esercito di Hitler si arroccò dopo lo sbarco degli Alleati a Salerno. Il fuhrer aveva ordinato di non arretrare e di fare terra bruciata attorno ai partigiani.
Il comandante, Albert Kesselring, fece affiggere un manifesto a Rivisondoli, Pescocostanzo, Roccaraso, Roccacinquemiglia, e Pietransieri, secondo: “Tutti coloro che si troveranno ancora in paese o sulle montagne circostanti saranno considerati ribelli e ad essi sarà riservato il trattamento stabilito dalle leggi di guerra dell’esercito germanico”. Ma la popolazione locale, in pieno autunno, non aveva altro riparo, se non le abitazioni.
Dopo aver rastrellato e mitragliato tutto il bestiame della zona, i militari tedeschi si accanirono contro gli abitanti dei casolari di Limmari e li trucidarono. Persero la vita 128 persone: tra esse 34 bambini al di sotto dei 10 anni e un bimbo di un mese. Si salvò solo una bimba di sei anni, Virginia, che la madre, prima di morire, nascose sotto il suo vestito. I soldati non la videro. I corpi restarono nel luogo dell’eccidio fino all’estate successiva, quando si sciolse la coltre di neve.
Oggi la storica sentenza che risarcisce i discendenti delle vittime.