E’ iniziato oggi a Pescara il maxi processo: 108 gli imputati coinvolti nell’operazione Isola Felice, l’inchiesta condotta un anno e mezzo fa dalla Procura distretturale antimafia dell’Aquila e dai carabinieri su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Abruzzo, in particolare nel Vastese e a Pescara, con tentacoli che si sarebbero estesi anche al Molise.
Secondo gli inquirenti, a San Salvo era stata impiantata la base operativa dell’organizzazione, guidata dal clan calabrese Ferrazzo. Nel giorno degli arresti e delle perquisizioni, il 2 settembre 2016, a L’Aquila arrivò il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che lanciò l’allarme sulle infiltrazioni in Abruzzo della criminalità organizzata proveniente dalle regioni meridionali.
I fatti contestati ai 108 imputati si sarebbero consumati in buona parte a Pescara, ragion per cui la competenza territoriale spetta alla magistratura del capoluogo adriatico.
La prima udienza davanti al Tribunale collegiale, presieduto da Rossana Villani, è terminata stamattina attorno alle 11,30. “La corte ha rilevato la nullità di una serie di notitiche. Per regolarizzarle, ha fissato la seconda udienza per 2 luglio, quando verranno esaminate anche tutte le altre questioni preliminari che le difese hanno annunciato di voler sollevare”, riferisce Pierpaolo Andreoni, uno degli avvocati difensori. In aula decine di legali provenienti da diverse città italiane: i luoghi di residenza delle persone coinvolte. Numeroso il plotone di avvocati del Foro di Vasto: oltre ad Andreoni, Alessandro Orlando, Fiorenzo Cieri, Massimiliano Baccalà, Elisa Pastorelli e Antonio Boschetti.
La difesa contesta l’esistenza di un’associazione a delinquere: secondo i legali degli imputati, i fatti contestati sarebbero episodi vecchi e isolati.