Il tracollo del centrosinistra in Abruzzo alle elezioni politiche del 4 marzo è il risultato degli “errori a valanga del Pd”. Per l’ennesima volta, è Mario Oliveri a gettare un sasso nello stagno piatto del centrosinistra travolto il 4 marzo dallo tsunami elettorale, che a livello regionale è stato più devastante rispetto alla media nazionale.
“Credo – ammonisce il consigliere regionale del Movimento civico abruzzese – che il clamoroso risultato, da una parte dei 5 Stelle, e dall’altra del Pd abruzzese, siano da accreditare per gli uni alla onda lunga della avanzata nazionale, e per gli altri da addebitare alla superficiale, personalistica e supponente gestione della politica regionale, da parte di alcuni componenti della squadra targata Pd.
Il costante richiamo alla politica dell’ascolto verso i bisogni della cittadinanza e del confronto all’interno della maggioranza del governo regionale che il sottoscritto ha cercato di ricordare in diverse occasioni, nei 4 anni trascorsi, è stato interpretato, da alcuni rappresentanti del Pd regionale, come una indebita ingerenza e, spesso, come lesa maestà, non rendendosi conto che la cultura della politica è distante mille anni luce dalla pretesa conoscenza della verità, soprattutto se ciò si fonda su di una autoreferenzialità non supportata dalla aderenza alla realtà e alla umiltà dei comportamenti.
Ciò che è accaduto a livello elettorale regionale, per ciò che riguarda il Pd, il partito di maggioranza relativa del governo regionale, avrebbe imposto da subito, così come è accaduto a livello nazionale, una autocritica puntuale, e una presa d’atto degli errori a valanga, commessi nel corso di questi anni, attraverso le dimissioni di quanti, segretari di partito, assessori, direttori di Asl e di altri enti strumentali, che hanno sempre gestito in maniera fallimentare le risorse pubbliche. E invece fino ad oggi niente, come se nulla fosse accaduto”. Nei giorni scorsi, il segretario regionale del Partito democratico, Marco Rapino, ha rimesso in mandato nelle mani dell’assemblea regionale, invitando i segretari provinciali a fare lo stesso. Olivieri, sollecita, invece, dimissioni di massa e lancia un ultimatum ai dem: “Il gruppo regionale al quale il sottoscritto appartiene sta spettando per capire se il Pd ha il coraggio di fare il mea culpa attuando le decisioni opportune, e di riconoscere che i richiami costanti fatti dal sottoscritto e dal suo gruppo regionale erano giusti e puntuali; in caso contrario ognuno trarrà le proprie conclusioni e prenderà le decisioni conseguenti”.