Dopo la batosta del 4 marzo, che lo ha fatto scendere a poco più del 13% in Abruzzo, il Pd prova a rialzare la testa. E per cercare di rinascere e di riallacciare i rapporti con la sinistra, chiede aiuto a Giovanni Legnini, che da pochi giorni ha terminato il mandato da vice presidente del Consiglio superiore della magistratura. Alle dimissioni del segretario regionale, Marco Rapino, che si è assunto la responsabilità della debacle pur non essendone certo l’unico responsabile, seguono le dichiarazioni di due assessori regionali, Silvio Paolucci (Sanità) e Marinella Sclocco (Politiche sociali), che vedono Legnini leader ideale di una coalizione di centrosinistra che sia la più ampia possibile alle elezioni regionali.
“Il pudore della competenza, la lucidità della misura, la tempra del lavoratore sono tutte caratteristiche che fanno di Giovanni Legnini l’uomo per l’Abruzzo”, afferma Sclocco. “Conosco da molto tempo Legnini e lo stimo profondamente e non è solo la sua professionalità, ampiamente dimostrata nel suo ruolo al Consiglio Superiore della Magistratura, a renderlo un candidato ideale”. Legnini, dice Sclocco, “possiede lo spessore e il carisma politico per riuscire nel dialogo con la sinistra, per sviluppare un fronte ampio, in grado di parlare alla società e ai cittadini. Per questo sarà capace di mettersi al loro servizio e al servizio del nostro territorio, garantendo la crescita ulteriore dove si è già migliorati e la risoluzione delle situazioni che sono ancora critiche. Legnini è l’esempio virtuoso che stavamo aspettando: il collante tra gli ideali e il fautore di un nuovo approccio alle esigenze del territorio. Vedo in lui un presidente operoso e non verboso, l’uomo del territorio al servizio dei cittadini, che sarà capace di combattere e di farlo con audacia, innovazione, carattere, determinazione, fatti, sogni e traguardi. Ma in particolare, sarà capace di fare tutto questo in mezzo e accanto agli abruzzesi”.
VASTOVIVA: “VINO NUOVO IN OTRI VECCHI” – Angelo Bucciarelli è un ex esponente della minoranza dem.
[mic_dx]Non ha rinnovato l’iscrizione al partito, ma continua a fare politica come attivista dell’associazione Vastoviva, criticando da anni le politiche di D’Alfonso e Paolucci: “Sicuramente Legnini è la persona capace di rappresentare l’intera area geografica regionale. Ha le competenze, l’esperienza e l’equilibrio per farlo. Ma dubito che il loro gesto, cioè di chi ha preso questa iniziativa, sia nato d’istinto. Anzi, a pensarci bene e ricordando come sono andate le cose quattro anni fa (per la precisione, 53 mesi fa), questo gesto ha un non so che di peloso. Perché ricordo benissimo gli ostacoli che furono frapposti, 4-5 anni fa, alla candidatura di Giovanni Legnini a presidente della Regione Abruzzo da parte delle stesse persone che oggi si affannano a fare appelli, sollecitazioni e pressioni. Ricordo più che bene come la sua candidatura avesse dovuto passare per le primarie, ben sapendo che tutto l’apparato, che oggi lo implora e che gli farebbe saltare a piè pari (oggi sì) le primarie, ormai in disuso, avrebbe appoggiato Luciano D’Alfonso. A questo punto mi chiedo: perché il ripensamento? Cosa è cambiato da allora? L’unica spiegazione che riesco a darmi è che, nel frattempo, ci sono stati i 50 mesi di governo D’Alfonso-Paolucci. Cinquanta mesi di politica parolaia e inconcludente; 50 mesi che hanno mortificato la sanità abruzzese, riducendola allo stato che è sotto gli occhi di tutti”. La candidatura di Legnini significherebbe, secondo Bucciarelli, “mettere vino nuovo in otri vecchi”.