Per un amaro scherzo del destino per i 70 lavoratori della Ball di San Martino sulla Marrucina i licenziamenti scatteranno il 25 dicembre: a Natale scadranno i termini di legge per un tentativo di accordo con l’azienda. Dopo la fumata nera in Prefettura a Chieti [LEGGI], Fiom e Fim hanno scritto una lettera alla Regione Abruzzo chiedendo la convocazione di un nuovo incontro per venire a capo della situazione.
Quello che emerge nella vicenda è il completo rifiuto da parte della multinazionale americana a optare per una soluzione che non sia la chiusura immediata dello stabilimento dove si producono lattine in alluminio per i più noti marchi del settore beverage.
Appresa ormai la volontà di cessare l’attività, i sindacati si dicono negativamente sorpresi dal management che finora ha rifiutato agevolazioni sulle tasse comunali, la rinuncia al premio di produzione a la richiesta di accedere alla cassa integrazione per chiusura. Quest’ultima via, oltre ad ammortizzare la perdita del posto, sarebbe utile anche per preparare il terreno a una reindustrializzazione del sito.
Finora, la Ball ha solo concesso una mediazione sull’incentivo ai licenziati e il reimpiego in altri stabilimenti all’estero (non solo in Europa), ma sempre dopo una un’attenta valutazione della società.
“CINISMO MAI VISTO FINORA” – “Rifiutano il sacrificio economico offerto dalle maestranze pronte a rimettere in discussione la contrattazione integrativa e allo stesso tempo snobbano anche l’offerta del comune di San Martino sulla Marruccina pronto a mettere in discussione le tasse comunali, per loro non è abbastanza – scrivono le segreterie di Fiom e Fim – Chiusura alla nostra richiesta di annullare o quanto meno sospendere la procedura di licenziamento di tutti i dipendenti, idem per la possibilità di accedere alla CIGS per chiusura, in sostanza la Ball Corporation ha deciso di chiudere lo stabilimento in provincia di Chieti e senza minimamente ragionare su un minimo di responsabilità sociale vogliono anche negare alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni ogni possibilità di tentare una reindustrializzazione del sito di San Martino sulla Marruccina.
[ant_dx]La Ball Corporation a quanto dichiara, vuole esclusivamente discutere di un incentivo economico da distribuire alle lavoratrici e ai lavoratori per lavarsi la coscienza, nei fatti però li lascia per strada.
Unica apertura che comunque suona come presa per i fondelli è quella di aver dato la disponibilità a valutare le richiesta di trasferimento delle maestranze della Ball di San Martino che fossero disposte a ricollocarsi presso gli stabilimenti Ball nel mondo, pare che nello stabilimento di Nogara in provincia di Verona ci siano pochi spazi, ovviamente anche le ipotetiche richieste di trasferimento dovranno essere vagliate ed accettate.
Ci troviamo di fronte ad una situazione come poche se ne saranno viste nel nostro Paese, mai un’azienda nel nostro territorio si è mostrata tanto cinica e irresponsabile nei confronti dei propri dipendenti.
Ribadiamo per l’ennesima volta che a questo gioco non ci stiamo, non ci stanno i lavoratori come non vi partecipano le istituzioni, il fronte comune dice chiaramente all’azienda di dare seguito alle responsabilità sociali che un’azienda degna di questo nome ha, venga al tavolo e inizi una vera mediazione, quanto meno ci dia la possibilità di tentare la ricollocazione di queste persone.
Abbiamo bisogno di tempo per costruire nuovo lavoro, gli incentivi ai lavoratori sul nostro territorio servono a ben poco, a noi serve il lavoro! Al prefetto di Chieti abbiamo sollecitato di fare in modo che il tavolo ministeriale che abbiamo chiesto formalmente come Fiom e Fim nazionali il 29 ottobre scorso venga attivato il prima possibile.
Nel frattempo abbiamo scritto alla Regione Abruzzo chiedendo di convocare in attesa del Mise un nuovo tavolo con l’azienda per cercare di sbloccare questa situazione paradossale.
Abbiamo poco tempo e scorre inesorabilmente, il 25 dicembre giornata di pace e serenità per le nostre comunità coincide in maniera fatidica con la scadenza prevista dalle norme per un tentativo di accordo, a Natale le maestranze della Ball troveranno sotto l’albero la perdita del posto di lavoro e a quanto pare alla Ball Beverage Packaging srl, che annovera fra i propri clienti, Coca Cola, Sprite, Fanta, RedBull, Campari, Crodo e tanti altri, interessa ben poco”.