Un’altra emergenza occupazionale in Abruzzo. La Oma spa di proprietà dell’ex presidente di Confindustria Abruzzo (e della Camera di Commercio Chieti-Pescara), Mauro Angelucci è stata dichiarata fallita dal tribunale di Pescara. L’azienda che occupa 330 persone tra gli stabilimenti di Castiglione a Casauria, Tocco da Casauria e Bussi produce tubature, strutture metalliche e apparecchiature meccaniche.
Il 28 ottobre è stata depositata la sentenza ed è stato nominato il curatore fallimentare. L’indebitamento per milioni di euro ha portato al fallimento nonostante le commesse ancora in lavorazione e future. Comprensibilmente alta la tensione tra le maestranze che ieri hanno avuto un in incontro con il curatore.
“Nei mesi scorsi – spiega la Fiom Cgil e Fim Cisl Pescara – la Oma aveva presentato richiesta di concordato preventivo, successivamente la stessa azienda non ha depositato il piano concordatario entro i termini previsti e nei fatti si è arrivati al fallimento. Tutti ci aspettavamo che il tribunale concedesse l’esercizio provvisorio a fronte del fatto che l’azienda in questo momento ha le commesse per proseguire e sono arrivate tre manifestazioni d’interesse per un possibile affitto di ramo d’azienda con il fine dell’acquisto”.
[ant_dx]“A partire da oggi è stato dichiarato dal curatore fallimentare la sospensione di tutte le attività lavorative, non sarà consentito a nessun dipendente l’ingresso in azienda. Da domani le Officine di Bussi saranno senza manutenzione, e il committente Nuovo Pignone a causa del blocco delle attività di tutti gli stabilimenti, sia essi abruzzesi che toscani, non riceverà più materiali e servizi. Il curatore ci ha informato che da domani inizieranno interlocuzioni con i clienti e che ha bisogno di un periodo che può arrivare addirittura a 20-30 giorni per analizzare la situazione e costruire un percorso che possa garantire il continuo delle attività e della conservazione dei posti di lavoro”.
“Le Officine di Bussi non potranno permettersi di concedere nessuna sospensione, il Nuovo Pignone non aspetterà questo lunghissimo periodo e le conseguenze saranno la perdita delle commesse che passeranno ad altri fornitori, la perdita delle manutenzioni, la fuga delle professionalità che sono già corteggiate da altre aziende, la richiesta di forti penali per il mancato rispetto degli impegni presi. A questo punto, molto probabilmente non si sarà fatto l’interesse delle maestranze che dopo 20-30 giorni non avranno più un’azienda con commesse, l’azienda sarà ulteriormente indebitata anche a causa delle penali e gli stessi creditori non saranno salvaguardati”.
“Il fallimento avrà altre conseguenze immediate: le maestranze alle prossime scadenze non percepiranno le spettanze del mese di ottobre. Si sta procedendo a richiesta di cassa integrazione straordinaria, purtroppo questa dovrà prevedere il pagamento diretto da parte dell’Inps sperando sempre che la richiesta sia accettata dal ministero, bene che vada le lavoratrici e i lavoratori inizieranno a percepire l’assegno non prima di 2/3 mesi”.
“In un’assemblea con le lavoratrici e i lavoratori, avuta dopo un incontro interlocutorio con il commissario che ringraziamo per averci ricevuto tempestivamente, abbiamo potuto misurare la pressione sociale che è alle stelle, la situazione è esplosiva, ci sono stati momenti di tensione e temiamo per questo clima, non escludiamo nei prossimi giorni che dagli stabilimenti toscani e Abruzzesi partano manifestazioni dirette verso le istituzioni. La Regione Abruzzo in serata è stata resa edotta dell’ulteriore evoluzione della situazione, ci aspettiamo pieno supporto”.