Giovanni Legnini venga incontro alle esigenze degli abruzzesi che hanno subito i danni del terremoto del Centro Italia. È il messaggio che il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, lancia al neo commissario straordinario scelto dal Governo Conte.
“Prendo atto – commenta il governatore abruzzese – che finalmente, a poche ore dalla scadenza della proroga, il Governo ha deciso di nominare un nuovo commissario alla ricostruzione post-sisma 2016-2017 nella persona di Giovanni Legnini, al quale formulo gli auguri di buon lavoro. La scelta di nominare un quarto commissario in meno di quattro anni è indicativa delle difficoltà con le quali è stata affrontata la ricostruzione nel cratete dell’Italia centrale: non vorrei che la mancata conferma dell’incarico a Piero Farabollini suonasse solo come una bocciatura della persona, nascondendo sotto il tappeto la ‘polvere’ dell’incapacità dei Governi e dei Parlamenti che si sono succeduti ad offrire risposte concrete ed efficaci ai territori colpiti dal sisma, tuttora impantanati in una infernale macchina burocratico-amministrativa. A poco servirà avere un nuovo commissario se non sarà accompagnato da uno sforzo convinto e deciso del Governo nel fornirgli gli strumenti normativi e le risorse umane e strumentali indispensabili per una vera svolta, come chiedono inascoltate da anni le Regioni, le Province e i Comuni all’unisono. Per la Regione Abruzzo, confrontarsi con un commissario del proprio territorio può rappresentare un’opportunità di maggiore ascolto e sensibilità per affrontare il tema, delicatissimo, del ‘riequilibrio’ dei pesi della ricostruzione, che vedono da tre anni l’Abruzzo penalizzato da una quota del 10% largamente inferiore ai dati e ai fabbisogni reali: sottoporrò – annuncia Marsilio – subito a Legnini questo tema, con il dovuto equilibrio e la necessaria fermezza, sperando che i rappresentanti delle altre Regioni non vogliano insistere nel mantenere una ripartizione iniqua e ingiustificata, e che Legnini stesso non si faccia ‘condizionare in negativo’ dalla sua appartenenza territoriale nel timore di non apparire super partes di fronte agli altri territori”.
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