Abruzzo, Marche, Puglia e Liguria. Parte da queste quattro regioni la sperimentazione di Immuni, l’app creata per tracciare il contagio da Covid-19. Se venisse scaricata da oltre la metà della popolazione, potrebbe consentire di intervenire tempestivamente a isolare eventuali, nuovi focolai di coronavirus. Servirà ad avvertire gli utenti che hanno avuto un’esposizione al rischio, anche se sono asintomatici. Annunciata per il 4 maggio, giorno in cui è iniziata la Fase due dell’emergenza, l’app è scaricabile da ieri. L’allugamento dei tempi è dovuto al fatto che, nella sua realizzazione, i tecnici hanno dovuto fare i conti con i problemi legati alla privacy dei cittadini.
“Abbiamo dato la disponibilità della Regione alla sperimentazione di Immuni, nello spirito di leale collaborazione istituzionale che deve ispirare i rapporti tra i vari livelli dello Stato, tanto più in una situazione di emergenza”, dice il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “Come concordato con i ministri Speranza, Pisano e Boccia, abbiamo atteso il rilascio del parere ufficiale del Garante per la protezione dei dati personali, al fine di tutelare fino in fondo i diritti dei cittadini. Nel frattempo gli uffici competenti per la prevenzione sanitaria e i sistemi informatici hanno messo a punto l’interfacciamento delle relative piattaforme. Mi auguro che la sperimentazione vada a buon fine e che questo strumento possa dimostrarsi efficace, anche se è forte il timore che il ritardo con cui si sta partendo e le tante incertezze sul suo funzionamento possano ostacolarne l’avvio e pregiudicarne l’efficacia. L’Abruzzo – ha concluso Marsilio – non si tira indietro e anzi si dimostra una volta di più in prima fila nella lotta al coronavirus”.
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