“Abbiamo scoperto di essere non solo un Paese di commissari tecnici che vogliono scegliere la formazione della Nazionale ma anche un popolo di atleti che non possono scendere in campo senza fare scivolate o marcature strette”. Sceglie la strada dell’ironia il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nella conferenza stampa in cui, insieme all’assessore regionale allo sport Guido Liris, ha commentato l’ordinanza che regola la riapertura dei centri sportivi con una serie di limitazioni nella pratica degli sport di squadra [LEGGI] che ieri ha avuto ampia diffusione e tante critiche.
“Avendo toccato il sacro mondo del pallone – aggiunge Marsilio – si conquistano non solo le prime pagine dei giornali ma le chiacchiere da bar”. Il governatore ha ricordato che “per lo sport individuale si sono trovati dei meccanismi, per lo sport professionistico ci sono test e controlli per ripartire – basti pensare alla serie A di calcio – ma tanti altri sport sono rimasti fermi. La Regione Abruzzo è impegnata a riaprire l’attività sportiva. Siamo in un Paese dove, fino a poche settimane fa, era considerato un untore chi andava a correre o a fare qualche chilometro in bicicletta da solo. Ora siamo passati all’eccesso opposto”.
[ads_dx]Marsilio sottolinea che “si può vivere ai tempi del Covid senza paranoie, con le dovute accortezze, rapportandosi con gli organi scientifici”. Parlando delle limitazioni imposte alla pratica dello sport di squadra amatoriale “da ex giocatore di pallacanestro mi costa fatica firmare un’ordinanza dove si dice di dover giocare con i guanti. Ma preferisco un centro sportivo che apre con quei limiti ad uno chiuso per sempre“. La Regione, nelle ultime settimane, ha raccolto le istanze dei centri sportivi, “chiusi da tre mesi e che stanno andando verso il fallimento. Dopo questo provvedimento sono felici e così ripartono una serie di attività, si ricomincia a vivere”.
L’assessore Liris ha ricordato che “non è stata una scelta fatta con superficialità. Anche noi, come a livello nazionale, ci confrontiamo con un comitato scientifico. Ringrazio i rappresentanti dei centri sportivi che sono venuti ad incontrarci. Avevamo un tessuto economico in difficoltà, stavano soffrendo fino ad arrivare all’asfissia e non potevano aspettare i tempi del governo nazionale”. Oggi lo scenario è quello di “centri sportivi pieni di prenotazioni che stanno festeggiando perchè un’economia è ripartita. Gli omologhi dei centri sportivi di tutta Italia stanno chiedendo di imitare l’Abruzzo. Siamo aperti anche a cambiamenti in corso d’opera, se ci saranno dei migliorativi. Chi non vuole giocare con queste regole non è obbligato a farlo ma, evidentemente, non è la posizione di tutti coloro che stanno prenotando i campi perchè avevano fame di sport e di stare insieme”.