Corruzione, turbativa d’asta, finanziamenti illeciti e assunzioni clientelari. Sono i reati ipotizzati dalla Procura di Pescara nei confronti di 9 persone tra politici e imprenditori, tra cui 3 ex esponenti di amministrazione comunale e maggioranza di centrosinistra del precedente quinquennio: Giacomo Cuzzi, ex assessore a Turismo e Grandi Eventi, Moreno Di Pietrantonio, segretario cittadino del Pd, e Simona Di Carlo, ex assessora alle Zone franche, tutti e tre soggetti a misure restrittive.
I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti stamattina, nei confronti di 5 persone, dai finanzieri del Comando provinciale di Pescara.
I particolari dell’inchiesta sono stati illustrati in una conferenza stampadal procuratore di Pescara, Massimiliano Serpi, e dal comandante provinciale delle Fiamme gialle, colonnello Vincenzo Grisorio.
L’indagine ruota attorno alla gestione degli eventi organizzati dal Comune e ha preso il via lo scorso anno con l’avviso di garanzia a Cuzzi, di cui furono perquisite casa e ufficio. In quella circostanza, gli investigatori sequestrarono la sua agenda. Secondo gli inquirenti, alcune imprese avrebbero avuto una corsia preferenziale nell’aggiudicazione degli appalti di fornitura di servizi.
Così Procura e Comando provinciale della finanza ricostruiscono le varie tappe dell’indagine: ” Nella mattinata odierna i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone, sottoposte alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari. I soggetti colpiti da misura cautelare sono tre politici (due ex Assessori del Comune di Pescara, di cui uno attualmente consigliere comunale) e due imprenditori cittadini. Parallelamente i Finanzieri hanno proceduto al sequestro di beni per circa 15.000 euro ed alla notifica a 4 società della misura interdittiva di contrarre con la pubblica amministrazione per un anno.
Agli indagati sono stati contestati numerosi episodi di corruzione, finanziamento illecito a politici e candidati e turbativa d’asta. Le indagini hanno preso il via nel 2018, a seguito di alcune segnalazioni giunte alla Guardia di Finanza circa presunte illiceità nell’assegnazione dell’organizzazione dei cosiddetti grandi eventi’, per i quali la città di Pescara risultava fra le prime d’Italia. Le indagini svolte, durate circa due anni e non ancora concluse, hanno permesso di accertare che, in effetti, tutti i ‘grandi eventi’ assegnati nel quinquiennio 2014/2019 erano stati appannaggio di un unico imprenditore e che la scelta dei cantanti era di fatto conseguenza di accordi fra l’imprenditore proponente e l’Assessore pro tempore ai grandi eventi, bypassando ogni procedura di selezione stabilita dalla legge e, in particolare, dal Codice degli Appalti. Nel corso del quinquiennio sono state accertati fatti di corruzione e turbativa d’asta con riferimento a 21 concerti tenutisi a Pescara per un importo di circa 1,2 milioni di euro.
A fronte di tali assegnazioni di favore, l’imprenditore elargiva denaro ed altre utilità (stampa di manifesti, organizzazione di eventi politici con spettacolo presso discoteche, utilizzo di autovetture per la campagna elettorale, cene elettorali) all’Assessore in occasione delle campagne elettorali tenutesi nel febbraio 2019 (elezioni regionali) e nel maggio 2019 (elezioni comunali di Pescara).
Nel corso delle indagini emergevano ulteriori condotte corruttive poste in essere da un altro imprenditore per l’illecita assegnazione di 200.000 euro circa di fondi comunali in relazioni ad attività progettuali volte alla promozione turistica della città di Pescara, concentrate principalmente nel periodo natalizio. Anche in questo caso, emergevano dazioni di denaro ed altre utilità nei confronti dei tre politici coinvolti in occasione delle campagne elettorali cui hanno partecipato.
Ulteriormente, emergeva – affermano gli inquirenti – che un concorso presso la Asl di Pescara veniva ‘pilotato’ da un Dirigente della stessa As l(anch’egli politico) per permettere ad un ex Assessore del Comune di Pescara di ottenere il conferimento di un incarico di collaboratore amministrativo a tempo determinato, per la durata di tre anni.
Al termine delle indagini sono stati complessivamente segnalati all’autorità giudiziaria 9 responsabili per i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e finanziamento elettorale illecito a politici e candidati. Inoltre. sono state deferite all’Autorità Giudiziaria anche le 4 società coinvolte. riconducibili agli imprenditori indagati, per la responsabilità amministrativa derivante dai reati commessi in loro favore dagli imprenditori indagati. La locale Procura della Repubblica, condividendo le tesi investigative, richiedeva al Gip presso il Tribunale di Pescara l’applicazione di misure cautelari di carattere personale e reale Il Gip del Tribunale di Pescara emetteva un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 5 soggetti e di misura interdittiva nei confronti delle 4 società, precludendo alle stesse, per la durata di un anno, la possibilità di contrattare con la Pubblica Amministrazione.
Veniva, altresì, disposto il sequestro preventivo di beni nei confronti di un indagato per circa 15.000 euro. L’attività di servizio conclusa in data odierna conferma il costante impegno della Guardia di Finanza di Pescara nel contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica, che riveste, sempre più, una crescente importanza strategica del Corpo per la collettività ed è finalizzato ad individuare i fenomeni che alterano, a qualsiasi titolo, la corretta gestione delle risorse pubbliche e che incidono sul regolare andamento delle procedure di affidamento ed esecuzione di appalti pubblici. Tutto ciò sotto la puntuale e costante opera di direzione e coordinamento delle indagini svolta dalla Procura della Repubblica di Pescara, che ha consentito – sostengono Procura e Fiamme gialle – di disvelare un sistema corruttivo economico-politico-affaristico che andava avanti da molti anni, fungendo da monito per chiunque ritenga che si possa disporre della ‘cosa pubblica’ a proprio piacimento o comunque a fini non istituzionali”.