Sui trabocchi ora la palla passa ai Comuni. La Corte costituzionale ha respinto il ricorso del Governo Conte: è legittima la legge regionale abruzzese che consente di ampliare le antiche macchine da pesca e utilizzarle come ristoranti. Non era fondata, secondo i giudici di Palazzo della Consulta, la questione di legittimità costituzionali sollevata dall’Esecutivo giallorosso riguardo alla legge regionale numero 7 del 10 giugno 2019 sul recupero e la valorizzazione dei trabocchi della costa abruzzese.
“La legge regionale, ispirata dall’assessore Campitelli e approvata dal Consiglio regionale – ha commentato il presidente della Regione, Marco Marsilio – era stata impugnata su ricorso del Governo”. Con la sentenza del 6 luglio “la Corte riconosce la correttezza e la legittimità costituzionale di una legge che abbiamovoluto e approvato e che già dalla scorsa stagione ha permesso a numerosi operatori di svolgere le proprie attività economiche. Una sentenza che garantisce la certezza del diritto”.
“La legge – ha ricordato l’assessore regionale all’Urbanistica, Nicola Campitelli – è stata pensata, ideata e votata in soli 30 giorni. La conferma da parte della Corte costituzionale consolida il percorso di salvaguardia dei trabocchi. Ricordo che contro questa legge fecero ostruzionismo ed esultarono i partiti di opposizione. Avrebbero fatto meglio a difenderela Regione e il lavoro fatto per garantire l’economia e il turismo”.
La nuova normativa prevede misure e capienza massime: 210 metri quadri, di cui 160 calpestabili e 50 adibiti a servizi tecnici, e non potranno ospitare contemporaneamente più di 60 persone, personale compreso. Ora, dopo il verdetto della Corte costituzionale, è facile prevedere che le richieste di ampliamento pioveranno sui Comuni rivieraschi, in particolare quelli della provincia di Chieti, dove il litorale prende il nome di Costa dei trabocchi proprio per la presenza delle tradizionali macchine da pesca. Il comune con più trabocchi sul suo litorale è Vasto.