Il sindacato dei pensionati Cgil della provincia di Chieti esprime preoccupazione sull’attuale situazione pandemica e sulla gestione della campagna vaccinale in Abruzzo per le categiorie a rischio.
“L’Italia è alle prese con una grave emergenza sanitaria, la pandemia ha messo a dura prova il Paese”, si legge nella lettera aperta del segretario generale Spi Cgil Chieti, Alessia Antenucci indirizzata all’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, al direttore generale della Asl 02, Thomas Schael, al prefetto di Chieti, Armando Forgione, ai sindaci dei Comuni del Chietino e all’arcivescovo Bruno Forte. “Una situazione drammatica che richiede uno straordinario impegno ad ogni livello della società, dalle istituzioni ai singoli. Oggi più che mai abbiamo bisogno tutti di fare riferimento ai principi di giustizia sociale e solidarietà, pertanto, si rende necessaria una sintonia di interventi che non esclude il contributo di nessuno”.
Nella lettera, il rappresentante dei pensionati Cgil della Provincia di Chieti esprime alle autorità, “un sentimento di profonda preoccupazione per quanto riguarda la situazione generale ed in particolar modo per le persone con fragilità, disabilità ed anziani, una categoria connotata dal maggior rischio di letalità correlato al Covid-19 e che rappresenta una considerevole fetta della popolazione abruzzese”. Nel corso di questa settimana, in Abruzzo è stata avviata la campagna vaccinale a cui, afferma la Antenucci, “solo il 45,05% degli ultraottantenni aventi diritto ha aderito, manifestando il proprio interesse con l’iscrizione alla piattaforma della Regione. In provincia di Chieti le manifestazioni di interesse raccolte sono oltre 14 mila a fronte dei quasi 32 mila assistiti censiti dall’azienda sanitaria: il consenso alla vaccinazione è stato rilasciato, se consideriamo solo i Comuni più grandi, da 2.012 assistiti a Chieti, 1.292 a Vasto, 1.227 a Lanciano“, poco meno della metà degli over 80.
Notevole ritardo accumulato rispetto alle altre regioni italiane, tempi lenti, confusione, mancanza di certezze sul fronte delle dosi, sulle modalità, sui luoghi e date, sono queste le criticità sottolineate dall’esponente della Cgil. “A questo – aggiunge – si sommano le molteplici difficoltà organizzative per l’acquisizione della manifestazione d’interesse al vaccino Covid-19 attraverso il portale della Regione Abruzzo“. Il segretario esprime inoltre perplessità sul meccanismo di ‘chiamata’ al vaccino. “Allo stato attuale – sottolinea – siamo imbrigliati in un vortice di lentezza e burocrazia che ci vede purtroppo gli ultimi in Italia. Eppure, siamo consapevoli che ogni giorno, ora, minuto perso hanno una diretta e drammatica conseguenza in termini di vite umane, scenario aggravato dal peggioramento della situazione epidemiologica delle ultime settimane. L’emergenza sanitaria – prosegue – ha mostrato anche il ruolo fondamentale del medico di famiglia nelle comunità locali, di cui noi organizzazioni sindacali siamo da sempre convinti”. Ruolo che, sostiene, “necessita di essere potenziato nell’ambito della riorganizzazione della medicina territoriale”.
Lo Spi Cgil di Chieti, facendosi portavoce di tutti coloro che vivono una situazione di fragilità, chiede con forza a tutte le autorità competenti di “fare il necessario per portarci fuori dall’emergenza in tempi rapidi e con iter e percorsi trasparenti e uguali per tutti”. La Cgil sottolinea la necessità di “conoscere il programma vaccinale”, e l’esistenza di eventuali “accordi con le associazioni di categoria delle Farmacie”. La Antenucci chiede inoltre se “è stato previsto di ampliare gli attuali punti di somministrazione vaccinale, potenziando contestualmente il personale necessario, o se è prevista la vaccinazione a domicilio per raggiungere tutta la platea”.
“Non si tratta solo di voler uscire rapidamente da questa situazione per tornare alla normalità – dichiara il segretario – ma di lottare contro il tempo per salvare la vita dei nostri anziani e delle persone fragili maggiormente esposte. Lentezza e burocrazia rischiano di vanificare gli sforzi fatti dalla popolazione per uscire dalla pandemia. Servono soluzioni che in condizione di eccezionalità non possono attendere. Bisogna intervenire tutti ognuno per le proprie competenze affinché, nel fulcro di questa immane tragedia, ci sia il rispetto per la vita umana, la salute, l’uguaglianza e la dignità della persona”.