Nella ricerca sul cancro in Abruzzo le donne sono in prima linea. Dei sei progetti finanziati da Airc – Associazione Italiana per la Ricerca sul cancro – per il 2021, bel quattro vedono ricercatrici assumere il ruolo di Investigator Grant, alla guida di team nazionali e internazionali per progredire nell’attività di ricerca [LEGGI].
Alla guida dei quattro progetti finanziati da Airc ci sono:
Professoressa Paola Patrignani (Università degli Studi Gabriele D’Annunzio Chieti e Pescara) – guida un progetto sullo studio delle vescicole extracellulari nel cancro del colon-retto: implicazioni diagnostiche e terapeutiche.
Professoressa Anna Maria Teti (Univesità degli Studi dell’Aquila) – titolare di un progetto che ha come focus lo studio delle caratteristiche staminali delle cellule dormienti del cancro al seno e le loro interazioni con la nicchia endosteale.[LEGGI L’INTERVISTA]
Professoressa Emma Di Carlo (Università degli Studi Gabriele D’Annunzio Chieti e Pescara) – il suo grant AIRC è dedicato allo sviluppo di terapie immunologiche personalizzate sul tumore del paziente e selettive per il cancro prostatico con l’obiettivo di contrastare l’immunosoppressione associata alla crescita del tumore e prevenirne la metastatizzazione, minimizzando gli effetti collaterali. [LEGGI L’INTERVISTA]
Professoressa Nadia Rucci (Univesità degli Studi dell’Aquila) – il suo progetto è partito a gennaio e si prefigge di studiare le vescicole extracellulari rilasciate dalle cellule tumorali ed utilizzate da queste come importanti mediatori nel favorire sviluppo delle metastasi ossee e dell’osteosarcoma.
Gli altri progetti sono quelli guidati all’Università di Chieti dal professor Renato Mariani Costantini e dal professor Vincenzo De Laurenzi.
[ads_dx]La ricerca scientifica sostenuta da Airc vede sempre più le donne grandi protagoniste. “Dei nostri oltre 5.000 ricercatori coinvolti in borse di studio e progetti sostenuti ben il 61% sono donne, percentuale che fa della ricerca oncologica targata AIRC un universo sempre più al femminile“, spiega la fondazione. Una percentuale in controdentenza con il dato nazionale: in Italia, dei 136mila ricercatori attivi, si sono 47mila donne (circa il 34%).
“Il contributo italiano e femminile cresce anche a livello internazionale, quest’anno il 37% dei Consolidator Grant del Consiglio europeo della ricerca (ERC) è stato assegnato a ricercatrici donne, si tratta della percentuale più alta mai registrata da quando sono stati istituiti questi prestigiosi finanziamenti, destinati a ricercatori che desiderano consolidare la propria indipendenza scientifica creando o rafforzando il proprio giovane gruppo di ricerca. Gli italiani sono i primi in Europa per numero di grant ottenuti (47, di cui 23 donne), ma solo 17 lavorano in università e laboratori nel nostro Paese, di cui 4 nell’ambito delle Scienze della Vita. Fra loro ci sono due ricercatrici sostenute anche da AIRC: Raffaella Di Micco, della Fondazione Centro San Raffaele di Milano, e Sara Sigismund, dell’Istituto Europeo di Oncologia I.R.C.C.S. S.r.l. di Milano.
Un impegno fondamentale alla luce dei numeri che ci dicono che circa una donna su tre è colpita da un tumore nel corso della vita – spiegano da Airc -, nel 2020 sono state stimate oltre 182.000 nuove diagnosi tra le donne. I tumori più diagnosticati fra le donne nel 2020 sono mammella, colon-retto, polmone, tiroide. Complessivamente la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di tutti i tumori è del 63% nelle donne e del 54% negli uomini”. Per questo i progetti di ricerca, come quelli portati avanti in Abruzzo, rivestono grande importanza nel progresso degli studi e nell’evoluzione di cure e prevenzione.