Lasciamo nuovamente alle nostre spalle il mare e il tracciato della futura Via Verde – Bike to Coast nel territorio di Torino di Sangro e rientriamo sulle colline per raggiungere la nostra prossima destinazione: Casalbordino.
Se hai voglia di scoprire il perché di questa rubrica e leggere le puntate precedenti, puoi vedere questo link.
Il grazioso paese di Casalbordino ci accoglie con Piazza Umberto I, su cui svetta il campanile, con pianta quadrata con un orologio, della Chiesa del Santissimo Salvatore. La torre può essere considerata a tutti gli effetti il simbolo della cittadina.
È un luogo molto animato sia per la presenza del Municipio e degli uffici pubblici, sia per diversi bar e negozi aperti sulla piazza.
Ci dirigiamo verso il “Largo della Chiesa Madre” che accoglie l’ingresso della chiesa la cui struttura originaria risale al XIV secolo.
La struttura che vediamo oggi, però, è molto diversa dall’originale, proprio perché alcuni interventi successivi, soprattutto quelli avvenuti in epoca barocca, hanno stravolto lo stile originale allinenadolo, periodo dopo periodo, ai vari stili dell’epoca.
La torre campanaria che abbiamo visto dalla piazza crollò nei primi anni dell’800 e fu ricostruita tra il 1831 e gli inizi del Novecento.
Il piazzale della chiesa ci dà accesso alla parte antica di Casalbordino, con palazzetti storici che creano ombra sul nostro cammino.
Arriviamo all’estremità sud dell’abitato dove possiamo ammirare la torretta medievale che era parte delle mura dell’antico borgo fortificato.
Torniamo verso il centro, ma facendo un itinerario diverso da quello dell’andata che ci apre la vista sul Palazzo Furii.
Il Palazzo Furii è un importante palazzetto nel cuore della parte più antica del paese. Risale all’Ottocento e si compone di più piani sormontati da una torretta da cui si ha un colpo d’occhio invidiabile sulle campagne circostanti, sui monti e fino al mare.
Il palazzo è stato recentemente ristrutturato e una parte è stata dedicata allo svolgimento di eventi culturali e, in progetto, c’è la realizzazione di un Museo Civico che racconterà attraverso reperti autentici la storia e le tradizioni di Casalbordino. Ti consigliamo di leggere qui un approfondimento realizzato proprio da Zonalocale un po’ di tempo fa.
Raggiungiamo piazza Garibaldi dove ci rilassiamo e facciamo uno spuntino vicino una bella e fresca fontana che guarda il Palazzo Magnarapa, un palazzo storico che attualmente ospita attività turistico-culturali e una scuola di lingua italiana per stranieri.
Non potevano mancare, per riprendere un po’ di forze, i tipici tarallucci con la marmellata d’uva che si producono proprio qui, sono davvero friabili e gustosi e, davvero, uno tira l’altro!
Dopo qualche minuto di riposo, riprendiamo il nostro cammino e ci dirigiamo verso uno dei luoghi più amati sia dai turisti, ma soprattutto dai fedeli di questa parte d’Abruzzo.
Lasciamo il centro abitato e ci spostiamo verso la costa, arriviamo di fronte la Basilica Santuario di Santa Maria dei Miracoli, importante meta per pellegrini e raccontata anche da Gabriele D’Annunzio nella sua opera Il Trionfo della Morte.
Le origini di questa chiesa sono del 1576, anno in cui, secondo la memoria popolare, ci fu un’apparizione della Madonna al contadino Alessandro Muzii che, dopo una terribile tempesta, vide il suo raccolto salvo.
In onore di questo miracolo e per la devozione sempre crescente verso questa figura religiosa, fu costruito il nucleo originale della chiesa, poi ampliato nei secoli a seguire arrivando ai giorni nostri così come la vediamo.
Il Santuario, inoltre, ospita un’interessante biblioteca fondata nel 1929 (aperta al pubblico nel 2004) con circa 50 mila libri di teologia e tematiche affini. Nella foto che segue il bel portale che accoglie i fedeli.
Riprendiamo il cammino. Questa volta ho un contatto “da disturbare” per accedere in un luogo poco conosciuto e che, con piacere, vorrei farti conoscere, perché è davvero particolare, oltre che essere testimonianza del valore storico di questa parte d’Abruzzo.
Faccio una telefonata: “Stiamo ripartendo ora dal Santuario, tra 10 minuti siamo lì”, dico io. “Vi aspetto”, mi risponde la voce dall’altra parte.
Arriviamo a Casalbordino Lido e ci dirigiamo verso l’estremità nord dove la spiaggia, in questo periodo di primavera, diventa un tappeto di fiori colorati.
Qui ci aspetta la gentile Signora Carmelina che, assieme alla famiglia, è proprietaria, ma sarebbe meglio dire “tiene cura”, delle Casette Santini.
La zona archeologica delle Casette Santini è un punto nevralgico dove la storia è sempre stata padrona indiscussa.
Infatti, proprio qui il Tratturo Magno (o Regio Tratturo) che partiva da L’Aquila vedeva per la prima volta la spiaggia e il mare prima di proseguire verso Foggia. Nella foto precedente il segnale originale dell’epoca.
Mi immagino i pastori che, con passo lento assieme alle greggi arrivano di fronte il mare, magari con le sue sfumature turchese e smeraldo e che si siedono sulla sabbia e, vicino a loro, i fedeli cani pastori abruzzesi.
Ma ancora prima del periodo della Transumanza, questa zona fungeva da statio romana.
La signora Carmelina, con evidente soddisfazione ci mostra tratti di muri antichi e il pavimento originale di quella che potrebbe essere una villa romana, oltre a farci entrare in un’antica camera termale, risalente al I secolo a.C. che è stata da loro ritrovata durante i lavori di sistemazione dell’adiacente bar / ristorante.
Dopo questo ritrovamento, altre parti romane sono state rinvenute, alcune di esse sono diventate, nel corso dei secoli, parti integranti dell’attuale struttura abitativa.
Ma la sensazione di Carmelina è che quello che vediamo è solo una piccola parte di quello che c’è sotto e speriamo che si trovi il modo di riscoprire tale bellezza, di conservarla e promuoverla.
Torniamo verso la parte centrale della spiaggia di Casalbordino dove fotografiamo una bella statua della Madonna e facciamo una foto del lido nel quale fervono i preparativi per imminente stagione turistica.
Una visita, quella di oggi che davvero ci dimostra come, anche qui, il territorio che stiamo raccontando abbia un valore enorme.
Una serie di particolarità che lo rendono, per certi versi, unico e ambito, soprattutto dal turista che sempre piu spesso cerca una vacanza dove le esperienze e le conoscenze siano parte integrante e “immersive”.
Speriamo, quindi, che la pista ciclopedonale Via Verde – Bike to Coast potrà agevolarlo in questa scoperta. Noi intanto proseguiamo verso sud per raggiungere la prossima tappa del nostro viaggio: quale sarà?
tappa precedente (Torino di Sangro) | tappa successiva (Riserva di Punta Aderci)