Ripristino del blocco e divieto di licenziare per le aziende che hanno usufruito di sostegni economici dal governo. È quanto chiedono Antonio Ingroia e Azione Civile – Popolo per la Costituzione Abruzzo.
Il movimento politico prende in esame gli ultimi campanelli d’allarme suonati per alcune realtà del territorio (Sevel, Pilkington, Denso ecc.) che potrebbero rivedere gli attuali livelli occupazionali.
“Lo sblocco dei licenziamenti, deciso dal governo Draghi, il gravissimo accordo tra lo stesso governo, i sindacati confederali e Confindustria e la crisi economica e sanitaria stanno disvelando i loro devastanti effetti anche in Abruzzo. Tante sono le vertenze e gli allarmi in atto, soprattutto in provincia di Chieti a partire dalle zone industriali di Piana Sant’angelo (San Salvo) e della Val di Sangro, davanti al rischio di centinaia di posti di lavoro che rischiano di essere cancellati. Per licenziamenti diretti decisi dai datori di lavoro o, come nel caso della Sevel, per la mancata conferma di interinali e precari.
[ant_dx]Tutto questo è inaccettabile, non devono essere i lavoratori a pagare il costo della crisi. Uno dei primi dati che spicca è l’inizio di un’ondata di licenziamenti anche da parte di chi è stato ampiamente sostenuto nei decenni scorsi e a causa della pandemia sta ricevendo fortissimi sostegni economici e finanziari da parte dello Stato.
Non si ripetano mai più casi come Honeywell in Val di Sangro e Golden Lady a Gissi. La Honeywell, in nome del profitto privato, fuggì all’estero negando i diritti dei lavoratori dopo aver ottenuto negli anni 7 milioni di sussidi pubblici e almeno un altro di risparmio fiscale. La Golden Lady, dopo che la ‘politica’ favorì il suo insediamento a Gissi e la sostenne lautamente, per gli stessi identici motivi chiuse gettando centinaia di lavoratori nella disperazione. Un licenziamento a cui si aggiunse, favorita dalla classe politica regionale e provinciale dell’epoca, il secondo dramma di una delocalizzazione fallita da parte di imprese (finite anche agli onori delle cronache giudiziarie) che si appropriarono delle liquidazioni di molti lavoratori per poi abbandonarli al loro destino.
Rilanciamo anche in Abruzzo le proposte nazionali di queste settimane: appoggio alle vertenze in atto nei territori e alle lotte di lavoratori che quotidianamente vedono diritti e dignità calpestati in nome del profitto; divieto di licenziamento, anche di un solo lavoratore da parte di chi ha ricevuto sostegni economici e finanziari durante la pandemia; proroga blocco dei licenziamenti; fortissima mobilitazione sociale e politica che punti al ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e di tutti i diritti cancellati e calpestati dai governi degli ultimi decenni con cui l’attuale si pone in totale continuità”.