“Mettiamo in mora tutti gli enti coinvolti”. Dopo le salate fatture per garantire i servizi essenziali, gli operatori turistici di Vasto Marina chiederanno i risarcimenti dei danni provocati dalla carenza idrica nei giorni clou della stagione. Piergiorgio Molino, presidente del consorzio Vivere Vasto Marina che raggruppa i titolari delle attività legate al turismo, dopo la seconda estate consecutiva vissuta con le autobotti testimonia l’esasperazione di albergatori, ristoratori ecc.: “Anche quest’anno abbiamo sostenuto spese altissime per l’acqua, i nostri legali stanno valutando la situazione e gli enti che a vario titolo hanno voce in capitolo”.
L’emergenza è iniziata nel primo pomeriggio del 12 agosto quando l’operaio di un’impresa agricola ha rotto con il trattore il tubo da un metro di diametro della condotta principale del Consorzio di bonifica che convoglia sulla costa l’acqua proveniente dalla diga di Chiauci: questa rifornisce la zona di piana Sant’Angelo e le marine di Vasto e San Salvo dopo il passaggio nel depuratore dell’Arap. La gravità della situazione è stata subito chiara e per le attività, i turisti e i cittadini delle due località balneari i giorni più caldi dell’anno sono stati anche quelli con i rubinetti a secco. Per tamponare situazioni d’emergenza, il consorzio ha inviato le autobotti, ma i titolari di attività per continuare a garantire il servizio (docce, bagni, servizi igienici, acqua potabile) hanno dovuto ricorrere a fornitori privati. “Le fatture per rifornirci d’acqua rischiano di superare le bollette dello stesso servizio – conferma Molino – Ogni stabliimento o ristorante ha sostenuto una spesa extra di almeno 1500 euro che supera i 4mila euro nei casi degli alberghi per rifornirsi d’acqua. Il danno che abbiamo subito non è però solo quello economico. L’immagine di Vasto e Vasto Marina ne esce penalizzata, nei giorni del pienone di ferragosto c’era il via vai di autobotti. Inoltre, dai primi riscontri con le agenzie immobiliari stiamo avendo la conferma della ripartenza anticipata di molti turisti”.
Come detto, l’esasperazione degli operatori del turismo arriva dopo il secondo anno consecutivo di passione idrica. L’anno scorso, più o meno negli stessi giorni, la situazione fu la stessa a causa dell’assenza d’acqua nella diga di Chiauci. Quest’anno, dopo il potenziamento dell’invaso che oggi non è desolatamente vuoto come in passato, l’emergenza è stata causata dall’imperizia di un agricoltore. Il Consorzio di bonifica sud ha poi annunciato il ritorno alla normalità nel tardo pomeriggio di ferragosto, ma il disservizio è proseguito per almeno un altro giorno per alcune zone. Ora a essere chiamati in causa saranno tutti gli enti coinvolti nel servizio idrico. La ditta che ha causato lo stop sarà sicuramente chiamata, tramite assicurazione, a risarcire i danni, ma sott’accusa c’è un intero sistema che soprattutto d’estate mostra le proprie criticità.
Il sindaco di Vasto, Francesco Menna, nei giorni scorsi ha espresso la volontà di voler denunciare l’agricoltore che ha provocato la rottura della conduttura ed è finito nel mirino dei candidati avversari che lo accusano di non citare gli enti che gestiscono il servizio, tra i quali la Sasi del presidente Gianfranco Basterebbe della sua stessa area politica.