Il consiglio federale della Lega ha espulso Manuele Marcovecchio dal partito. La decisione è stata presa all’unanimità ieri sera durante la riunione dell’organo di partito presieduta dal segretario nazionale Matteo Salvini.
La motivazione che ha portato alla cacciata del consigliere regionale e attuale presidente della commissione Ambiente e territorio è che ha “promosso e sostenuto iniziative politiche ed elettorali in contrasto con le decisioni del partito”.
L’espulsione non è del tutto inattesa, anzi. L’assenza di Marcovecchio (che ha aderito alla Lega quand’era sindaco di Cupello nel giugno 2018) dai principali appuntamenti elettorali della coalizione a sostegno di Guido Giangiacomo nelle recenti Amministrative vastesi (come le visite dei ministri leghisti) non è passata inosservata pur se minimizzata dal coordinatore regionale Luigi D’Eramo. Anche se mai ufficializzata, la posizione di Marcovecchio è sembrata più vicina a La Buona Stagione dove si erano già accasati gli ex leghisti Alessandra Cappa e Davide D’Alessandro. Inoltre, lo stesso D’Eramo in più di un’occasione ha ribadito che gli esponenti regionali del partito erano chiamati a candidarsi nella Lega alle Amministrative delle proprie città aggiungendo che chi non l’avrebbe fatto sarebbe stato espulso.
La freddezza con il resto del partito nel territorio, tuttavia, non è cosa nuova. È dell’anno scorso la tensione con il sindaco leghista di San Salvo Tiziana Magnacca per la vicenda della vendita dell’autoporto, quando Marcovecchio volle portare in consiglio regionale la vicenda “per blindare la procedura”.
Come detto, l’esponente cupellese, che ha ottenuto 4305 preferenze alle Regionali del 2019, resta per ora presidente di commissione. Da vedere come finirà la contestazione della gestione D’Eramo portata avanti anche da altri quattro leghisti (Antonietta La Porta, Fabrizio Montepara, Simone Angelosante e Antonio Di Gianvittorio) che potrebbe ridefinire gli equilibri in Regione.