Dopo quattro anni di mandato, cambia la guida della segreteria provinciale del Partito Democratico.
Entro il 19 dicembre si terranno i congressi della provincia di Chieti e di altri centri. Al timone del partito non ci sarà più il lentellese Gianni Cordisco il cui mandato è terminato il 17 ottobre (fu eletto nell’ottobre 2017), ma, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, vi salirà il lancianese Leo Marongiu, candidato sindaco del centrosinistra alle recenti Amministrative della sua città.
Con Cordisco, attuale membro del cda Arap e da poco rieletto consigliere comunale di Lentella, abbiamo fatto un bilancio di questi anni e lanciato uno sguardo sui futuri assetti del partito e della Provincia di Chieti (oggi la presentazione delle liste) alla presidenza della quale il Pd candida il primo cittadino di Vasto, Francesco Menna.
Perché non si ricandida?
Prima di questa esperienza ho rivestito per cinque anni il ruolo di vicesegretario (con Chiara Zappalorto segretaria, ndr). Insieme alla segreteria e ad altri amici del partito abbiamo convenuto che non è opportuno che faccia un altro mandato, bisogna dare spazio e far fare questa esperienza anche ad altri, un’esperienza molto bella, ma pesante. La provincia di Chieti ha 104 comuni distribuiti in maniera molto particolare dalla montagna al mare, un aspetto che non è sempre semplice gestire. È giusto fare un nuovo congresso e lo faremo con un nuovo candidato segretario.
C’è già un nome per la successione?
Stiamo ragionando, dato il risultato di Lanciano, su Leo Marongiu che per pochi voti non è stato eletto sindaco, ma ha generato una grande emotività intorno a lui. Questo dato ci aiuta a essere unitari su un’unica candidatura come accadde per me quattro anni fa.
Che partito lascia?
Nel mio mandato, il centrosinistra ha vinto in questa provincia più che in tutta la storia della Repubblica italiana. È l’unica provincia che amministriamo in Abruzzo, esprimiamo il capogruppo in Regione, abbiamo espresso un deputato (Camillo D’Alessandro, passato poi a Italia Viva, ndr) e il senatore Luciano D’Alfonso ha preso gran parte dei voti qui. Governiamo inoltre la Provincia, la Sasi, le principali città e abbiamo la maggioranza negli enti sovracomunali. A Lanciano abbiamo ottenuto il risultato più bello possibile: qui il centrodestra unito toccava il 70%, questa volta ha vinto per 400 voti.
Veniamo fuori da un periodo molto complesso, il numero di iscritti è un po’ sceso anche a causa della pandemia, ma restiamo tra i primi della regione. Penso di lasciare un patrimonio a chi viene dopo, quindi sono contento che si faccia questo passaggio, ora serve un segretario che valorizzi tutto ciò che c’è stato.
A breve non c’è solo il congresso del Pd, ma anche un altro importante appuntamento come le elezioni provinciali. Il centrosinistra è riuscito a convergere su Menna o sarà diviso soprattutto a Chieti?
Per la prima volta nella storia della Provincia, un vastese si candida presidente e molto probabilmente sarà anche eletto. Abbiamo trovato una convergenza con tutte le forze di coalizione che sono con noi. Per la prima volta dalla loro nascita parteciperanno anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Loro non hanno mai votato alle Provinciali, questa volta si candideranno con noi, Sergio Furia, candidato sindaco alle scorse Amministrative di Lanciano.
Per quanto riguarda eventuali divisioni abbiamo rimesso insieme il gruppo riconducibile ad Arturo Scopino che legittimamente credeva opportuno candidarsi alla presidenza.
E il centrosinistra di Chieti sosterrà Menna?
Per me Chieti è il fiore all’occhiello di ciò che ho fatto in questi anni. Il sindaco Diego Ferrara non ha dato la propria disponibilità perché è consapevole che non può essere caricato anche della Provincia con un Comune in dissesto che ha un organico di 180 dipendenti sui 360 previsti e con tutte una serie di vicende complesse da gestire. Inoltre, ha fatto il patto con Chieti che si sarebbe occupato della città, la sua indisponibilità non nasce da una incapacità, ma da questa consapevolezza. Posso dire che eventuali divisioni sono rientrate.
Perché il Pd ha deciso di puntare su Francesco Menna?
La vittoria di Vasto è stata la più significativa di tutta la Provincia perché per la prima volta in città il centrodestra unito con l’aggiunta di un pezzo di civismo che viene anche dal centrosinistra, ad esempio Maria Amato, ha preso il risultato che ha preso (poco meno del 38%) quando prima, da solo, raccoglieva oltre il 60%. Si è riconosciuto quindi a Francesco questo risultato. Dopo Chieti, Vasto è la città più importante della provincia.
Per la la convergenza sulla sua candidatura è stato risolto anche il tema campanilistico perché i sangritani, gli aventini e i lancianesi ritengono che quel ruolo tocca a loro e lo dimostra la scelta del centrodestra: l’idea è che sotto Lanciano non c’è più l’Abruzzo. Anche nella segreteria provinciale Pd io sono stato il primo di questo territorio; prima di me c’è stato solo Gabriele Marchese all’epoca dei Ds. Con le elezioni e il congresso alle porte Lanciano avrà la segreteria provinciale e Chieti avrà tutto lo spazio che merita.
Il Vastese va verso una centralità mai conosciuta prima?
Oggi noi abbiamo circostanze che non hanno gli altri. La Val di Sangro è stata una zona economica sempre molto viva, oggi anche con Amazon è questa zona a diventare centrale: dal Sangro in giù, se ci inseriamo anche la futura Gigafactory Stellantis di Termoli, penso sia una delle zone più importanti d’Italia sotto il profilo dello sviluppo. Questo comporta, quindi, che da qui esca anche un candidato alla presidenza della Provincia che dovrà portare questa istanza in tutta la regione.
La Regione sarà il prossimo obiettivo del centrosinistra, è evidente che c’è un preavviso di sfratto nei confronti di Marsilio e la sua giunta che non stanno più in piedi. Abbiamo visto che alcune esperienze, come la Lega, sono state degli autobus per alcuni eletti che ora sono scesi.
Ci impegneremo che anche questo corso venga ristabilito con la vittoria l’anno prossimo a San Salvo e la conferma di Atessa. Rafforzando la provincia di Chieti saremo guida all’interno della regione.