PESCARA – Si è chiuso ieri l’evento EU Industry Days per l’Area Adriatica, organizzato nella Sala Favetta del Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara. Una due giorni di dibattito nell’ambito delle iniziative della Settimana Europea dell’Industria 2022, in cui enti, imprese, startup, giovani generazioni e rappresentanti istituzionali locali, nazionali ed europei hanno condiviso idee e spunti per la co-progettazione e la nuova programmazione delle nuove politiche industriali e di sostegno all’innovazione.
Dopo la prima giornata dedicata all’Impresa Resiliente e alle Infrastrutture per la Resilienza, il secondo giorno di lavori ha incentrato il dibattito sul tema delle Comunità Resilienti generando un vivace confronto sulle nuove fonti di sviluppo per le comunità e i territori, sugli strumenti per il ripopolamento e il neopopolamento delle aree interne, dei borghi e delle periferie, tutti elementi cruciali anche per l’Abruzzo.
«Il Pnrr – ha dichiarato il senatore Gianluca Castaldi aprendo i lavori della giornata – è una leva di sviluppo eccezionale. Non ci sono mai state così tante risorse per l’ammodernamento del Paese e la capacità di governance, a tutti i livelli, sarà fondamentale per far sì che siano investite al meglio. Bisogna programmare, progettare e avere una visione del futuro condivisa, oltre che responsabilità sociale. È l’occasione di rigenerare l’Italia».
Sempre in apertura, riaprendo il dialogo su infrastrutture digitali, gestione del cambiamento e resilienza dei territori Maximo Ibarra, Ceo di Engineering, ha ricordato come le aziende e le istituzioni abbiano il compito “primordiale” di semplificare il rapporto con i clienti e i cittadini. «È un compito di grande rilievo – ha spiegato Ibarra – da svolgere sia con l’ausilio della tecnologia che con la formazione continua”. Ibarra, raccontando i progetti di Engineering attivi nel territorio di Pisa, a Foggia, in Sicilia, nel Veneto e in altre zone d’Italia, ha poi riaffermato l’importanza strategica della responsabilità sociale per uno sviluppo autentico delle imprese».
Su questa linea anche Pierluigi Sacco, docente di Economia della Cultura Università D’Annunzio, che ha spinto sulla necessità di avere un modello di sviluppo sociale più innovativo rispetto a quelli del passato, mettendo in guardia sul rischio di gestire le risorse cristallizzando l’esistente. «Il vero problema – ha sottolineato Sacco – non è la filiera economica, ma come si può abitare in un posto: il risvolto sociale è il fulcro della questione. Il futuro non dovrebbe essere il prolungamento di quello che abbiamo già visto, ma dovrebbe creare un modello culturale diverso».
Ulteriori considerazioni e approfondimenti sono stati poi sviluppati in diversi panel dedicati alle industrie creative, alle competenze essenziali per la resilienza, allo sviluppo di nuovi approcci alla finanza e agli investimenti. Il risultato è immaginare una programmazione che, soprattutto in Abruzzo, inizi a ragionare per comprensori piuttosto che per singoli comuni, considerando le generazioni future e lavorando sulle persone e sulla loro capacità di interagire con la tecnologia.
Di questo avviso anche Umberto Sgambati, amministratore delegato di Proger che, non solo ha rivendicato la necessità di rendere sistemiche le azioni di programmazione, ma ha ricordato anche l’urgenza di favorire la progettazione co-partecipata tra imprese ed enti. Nel suo intervento, il noto imprenditore ha sottolineato la necessità di coinvolgere le aziende già nella fase iniziale della progettazione, l’urgenza di semplificare l’impianto burocratico attuale, il bisogno di investire nella progettualità e nelle capacità di progettare, uscendo dai particolarismi e facendo squadra. «Troviamo privati che aiutino dall’inizio a realizzare questi progetti – ha incalzato Sgambati – facciamo in modo che i fondi pubblici siano ridisegnati per le aree interne, che gli imprenditori dialoghino con i sindaci».
«Innovazione e tecnologia – ha concluso Sgambati – sono elementi trainanti, ma dobbiamo riportare al centro la scuola, anch’essa in evoluzione. Garantirne l’efficienza e la sicurezza potrebbe essere un risultato da raggiungere con l’aiuto, le idee e la finanza dei privati. Può essere un’iniziativa anche regionale: immaginiamo una sorta di programma in modalità bonus 110 per le scuole, una scuola che sia parte di questa comunità partecipata, composta anche di soggetti privati. Si velocizzerebbe la rigenerazione, rendendo la scuola stessa parte del processo di innovazione tecnologia».
E se la scuola va rimessa al centro, anche la ricerca merita un ruolo di primo piano nel futuro delle comunità e delle imprese resilienti. Un ruolo sostenuto anche da Silvio Bartolotti, Amministratore Delegato di Micoperi, azienda che ha ripulito il canale di Suez negli anni ’50, ricomprata dallo Stato quando era in una situazione disperata e che, dopo aver superato crisi finanziarie ed economiche degli anni passati, è di nuovo in crescita. «Alla prima conferenza stampa per il recupero della Concordia – racconta l’imprenditore – mi hanno fatto una domanda che ricordo bene. Mi hanno chiesto cosa induce un uomo ad affrontare una sfida ritenuta da tutto il mondo impossibile e ho risposto “determinazione e amore”, che servono nella vita per fare le cose che sembrano impossibili, ma che impossibili non sono. Se non siamo resilienti noi – ha spiegato l’imprenditore – non è resiliente nessuno. Sono grato alle banche perché hanno aspettato che potessi restituire i soldi che mi avevano dato: è anche grazie a loro se, con una crisi durata 7 anni, non ho licenziato nessuno. Ora – continua Bartolotti – abbiamo 1500 dipendenti nel mondo e stiamo assumendo. L’energia è un fattore determinante, lo vediamo con la crisi del settore del gas, tutto il mondo vuole vivere meglio e se non c’è energia, non può farlo. La famiglia Bartolotti non ha mai fatto dividendi – ha raccontato l’imprenditore – ha lasciato tutto in azienda e ora lavoriamo in Turchia, in West Africa, in centro America, abbiamo una commessa in Israele, 250milioni di contratti e nel giro di due/tre anni torneremo ad essere l’azienda forte che eravamo un tempo. Abbiamo avuto sempre al centro l’uomo». E insieme all’uomo, la Micoperi ha messo al centro anche la ricerca, focalizzandosi su energie alternative offshore e avviando un centro di ricerca proprio, in partnership con una startup italiana, nel settore dell’alimentazione umana e la farmaceutica per eliminare dall’agricoltura gli anticrittogamici, che stanno distruggendo l’ambiente in cui viviamo, finanziando la scienza per dare onore alla nostra regione.
Si dichiara molto soddisfatto dell’esito delle due giornate Federico Fioriti, Managing Director di Innovalley Open Innovation Hub. «Anche quest’anno usciamo con nuovi progetti concreti con l’obiettivo di realizzarli entro l’anno prossimo per una ricaduta concreta e diretta sui territori – ha dichiarato Fioriti – Siamo partiti l’anno scorso lanciando la proposta per la comunità energetica a Tollo, presentandola quest’anno con l’ufficializzazione del partenariato. In questa due giorni – ha proseguito – abbiamo creato una sinergia tra WindTre con il progetto “BorghiConnessi” e la startup HeadQuarterVillage per potenziare la copertura digitale nei borghi abruzzesi. Progetto che vogliamo realizzare entro l’anno insieme a un’altra azione di formazione, promossa direttamente da Innovalley e rivolta ai giovani per l’accrescimento delle competenze digitali. In questo momento dobbiamo pensare solo a costruire: relazioni, formazione, tecnologie. Da un lato, la rete di Innovalley continua a crescere con 70 membri dell’associazione, 20 società nell’hub e innumerevoli partner nazionali e internazionali; dall’altro, le opportunità ci sono tutte. Sono in arrivo i fondi del programma European Innovation Ecosystems, nell’ambito di Horizon Europe, che già per il 2022 prevede un budget di 520 milioni di euro destinati a enti nazionali, regionali, pubblici o privati, PMI e startup. Anche il MISE destinerà 1 miliardo alla ricerca industriale con un fondo complementare al Pnrr e oltre 2,5 miliardi per startup e Pmi innovative in ambito di trasformazione digitale, incluso trasferimento tecnologico e programmi di accelerazione. Proseguono gli incentivi per i beni 4.0, ci saranno bandi per la formazione 4.0 del futuro per imprese nell’ambito del piano nazionale transizione 4.0 e – ha aggiunto – si apre la prospettiva di Industry 5.0, nuova visione e paradigma della Commissione Europea, che mette al centro l’interazione tra uomo e macchine. Siamo in un momento davvero decisivo – ha concluso Fioriti – nel pieno della trasformazione delle industrie locali, nazionali ed europee affinché siano resilienti, sostenibili e incentrate sull’uomo. E possiamo essere protagonisti di questo cambiamento».
La III Edizione del Local Event per l’Area Adriatica dell’EU Industry Week è stata organizzata da Innovalley Open Innovation Hub, in collaborazione con la Camera di Commercio di Chieti Pescara, l’Enterprise Europe Network di Agenzia di Sviluppo Azienda speciale della Camera di Commercio di Chieti Pescara, Abruzzo Sviluppo e EIT Manufacturing Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia, con il Patrocinio del Consiglio Regionale dell’Abruzzo e con il supporto di Adecco e SInloc, intende promuovere una riflessione e un dibattito sugli shock dovuti alla crisi climatica e alla Pandemia, per scambiare esperienze e visioni utili alla costruzione di Modelli di Sviluppo e di Gestione in chiave RESILIENTE dei Territori, delle Comunità e delle Attività Produttive.
Gli Eventi della Settimana Europea dell’Industria si svolgono in contemporanea in tutti i Paesi dell’Unione Europea e la loro missione è quella di dar vita a focus locali in cui i principali stakeholders territoriali – Istituzioni, Imprese, Associazioni, Università, Centri di Ricerca e Startup – sono chiamati a confrontarsi su temi cruciali per rispondere alle sfide dei Programmi Europei, in particolare del Piano Industry 5.0, il Next Generation EU e, in Italia, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.